Ancora una volta la massima assise comunale di Noto si riunisce con all’ordine del giorno l’approvazione di una mozione – l’ennesima – a favore dell’Ospedale Trigona di Noto e a tutela della salute pubblica nella zona sud della provincia di Siracusa.
Tutto nasce dall’Allegato A del D.A. n. 1188 del 29/06/2016 che assegnava all’ospedale Trigona, chissà perché insisto a definirlo Ospedale, semplicemente 46 posti letto e, più precisamente, 30 per il recupero e la riabilitazione funzionale e 16 di lungodegenza.
Tutti i reparti delle acuzie e anche il pronto soccorso andava agli avolesi.
Insomma la famosa casa di riposo di cui si è vagheggiato in questi anni, da quando Lombardo prometteva sfracelli e il sindaco Bonfanti ci metteva la faccia promettendo dimissioni.
Una indignazione popolare che ricresceva, cavalcata dalla nuova “minoranza”, e subito, per la verità, bollata sui social network dal segretario del circolo locale del Pd, Emanuele Della Luna, come populismo perché nel decreto c’erano parecchi refusi e inoltre vie erano state assicurazioni da parte dell’assessore Gucciardi che si sarebbe provveduto a rimediare alla cosiddetta “frittata”.
Tanto ormai le elezioni erano passate!
Gli stessi super esperti del sindaco, si affannavano a smentire queste notizie diffuse dai soliti populisti elaborando convincenti piani da sottoporre ai vertici regionali della sanità.
Il tutto naturalmente per garantire i giusti livelli di sanità.
Questa è storia di luglio e agosto 2016.
Nel frattempo, l’assessore Gucciardi – tomo tomo, cacchio cacchio – presenta le nuove tendenze sulla sanità pubblica, ormai sembrano come le sfilate di moda pret a porter.
E allora:
Tre mega ospedali (Hub), quindici un po’ più piccoli (detti Spoke), 23 presidi ospedalieri di base, 7 ospedali in zone disagiate e tre ospedali di comunità.
Cosa cambia?
Intanto entra in piena funzione la creazione degli “ospedali riuniti”: più nosocomi (due o tre al massimo) passeranno sotto un’unica amministrazione centrale. La razionalizzazione si tradurrà anche nella distribuzione dei reparti: quelli presenti in una delle strutture degli ospedali riuniti non saranno presenti nelle altre strutture dello stesso polo. E così, “saltano” una decina di pronto soccorso: quelli che non prevedono più di 20 mila accessi l’anno.
Gli Hub saranno il Civico di Palermo, il “Cannizzaro” di Catania e il policlinico di Messina.
Gli spokesaranno 15 e nella provincia di Siracusasarà l’Umberto I.
I presidi ospedalieri di base saranno Avola, Augusta e Lentini con tutti i reparti e il pronto soccorso.
Noto sarà ospedale di comunità.
Ricordiamo ai Sindaci, ai Consiglieri Comunali, ai segretari di partito, agli onorevoli che cosa è un ospedale di comunità.
E’ un luogo dove gli ospiti degli ospedali di comunità sono cittadini che hanno bisogno di prolungare per un certo periodo (20 giorni) la permanenza in un ambiente clinicamente protetto, per completare i cicli di terapia e per la stabilizzazione delle condizioni cliniche; si tratta per lo più di pazienti fragili, affetti da più malattie, con compromissione delle funzioni cognitive e motorie.
Una comunità politica incapace di difendere i propri cittadini!
Passione Civile