Nella giornata del 14 marzo u.s., nell’ambito della X edizione di Volalibro, festival della cultura dei ragazzi e del progetto Il Cammino della legalità, Il Dirigente del Commissariato di pubblica Sicurezza di Noto, Vice Questore Aggiunto Dr. Paolo ARENA, presso i locali dell’ex cantina sperimentale di Noto, ha incontrato gli studenti delle classi superiori provenienti da vari Istituti scolastici, sul tema del femminicidio alla presenza di docenti e dell’ideatrice di Volalibro Prof.ssa Corrada Vinci. La conferenza ha avuto quale titolo: “ Tu Sei Mia…… L’Amore che non c’era”. Negli ultimi anni, le vicende di violenza di genere hanno avuto un incremento preoccupante, specie nei rapporti tra ex coniugi o conviventi. Perché tale violenza? La risposta che si può dare, alla luce degli eventi affrontati dalla Polizia di Stato, è che il violento fondamentalmente è una persona fragile che difficilmente ammette la sua vulnerabilità e preferisce usare violenza per avere una situazione di controllo, dominio e potere sul partner, per affermare di esistere nella società.
Il dramma dell’abbandono è inaccettabile e per evitare ciò il violento adotta le sue strategie: innesca un ciclo di persecuzione lucida, una vera e propria spirale di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, in danno della sua vittima per far deserto attorno a lei e costringerla a ritornare suoi propri passi, con falsi pentimenti e false riappacificazioni, minacciando di farsi del male. Spesso, però la minaccia del suicidio nasconde in realtà una minaccia velata di omicidio, è solo un modo per comunicare all’altra parte “se mi lasci sono pronto ad uccidere”. Cosa fare in questi casi? Spesso, non si denunciano i fatti per la dipendenza economica, per i figli, per il pettegolezzo sociale: ma restare nel ghetto del silenzio, significa rafforzare la strategia del violento. La legge ha prospettato, dal 2009 ad oggi, un ventaglio di soluzioni efficaci per contrastare e laddove possibile prevenire in tempo utile questo triste e grave fenomeno criminale che è un problema sociale. Anzitutto, la possibilità dell’Ammonimento da parte del Questore , su istanza della vittima o addirittura su segnalazione di terze persone le cui generalità saranno tenute riservate in tutto l’iter procedimentale, laddove non vi siano ancora eventi di spiccata gravità, che dà vita ad un procedimento di tipo amministrativo; la querela, specie quando si è in una fase più avanzata, che invece attiva un procedimento di natura penale e per la quale la parte ha a disposizione un termine di mesi 6; ancora l’arresto in flagranza e l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare previa autorizzazione del Pubblico Ministero col divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa. La vittima che denuncia i fatti di violenza domestica, potrà usufruire del gratuito patrocinio a spese dello Stato a prescindere dalle sue condizioni reddituali, riceverà ogni utile comunicazione circa l’applicazione, modifica o revoca di misure cautelariinflitte all’autore degli atti persecutori e potrà essere messa in contatto coi centri antiviolenza dislocati in ambito territoriale.
L’incontro si è concluso con l’invito accorato a contattare la Polizia di Stato per ogni emergenza e non solo, e con la visione di un cortometraggio che ha fatto ben comprendere ai giovani studenti quanto sia essenziale conoscere a fondo il problema, non sottovalutarlo mai, e prevedere un piano di difesa della vittima, accoglierla, metterla in condizione di potersi liberare del male soprattutto psicologico accumulato negli anni.