Festival della Cultura per ragazzi
Noto 23 novembre – 02 dicembre 2012
Damiano Tommasi incontra i giovani di Volalibro
L’invito del calciatore: “Non vi fermate alle apparenze. Guardate alle storie dietro le figurine degli atleti”
“Le società dilettantistiche devono appassionare i ragazzi.
Nella vita ce la fa anche chi non diventa professionista”
Noto, 29 novembre 2012 – La cultura dello sport a Volalibro. Il presidente dell’Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi, questa mattina, a palazzo Nicolaci, ha incontrato studenti siciliani e lombardi. E li ha invitati ad abbandonare certi stereotipi sui calciatori e sullo sport più amato dagli italiani. “Purtroppo, nell’immaginario collettivo – ha spiegato il presidente dell’Aic – il calcio è visto soltanto come strumento per diventare famosi o raggiungere grossi guadagni”.
Niente di più sbagliato. “Il calcio – ha spiegato l’ex centrocampista della Roma e della Nazionale – è soprattutto un momento di crescita. E’ percezione dei propri limiti. Confronto con sé stessi e con gli altri”.
Damiano Tommasi ha parlato di diversi aspetti legati al mondo del calcio e della propria carriera. “Ho fatto il calciatore fino a qualche anno fa, ho giocato con la Roma, in Cina, per la Nazionale poi, nel 2009, ho lasciato il professionismo e, nel maggio 2011, ho assunto l’incarico di presidente dell’Aic”.
Un ruolo che l’ex calciatore ha accettato per un duplice obiettivo: “Avvicinare le istituzioni – ha precisato Damiano Tommasi – al pubblico e al calcio e provare a trasmettere all’esterno la percezione, quella giusta, che si deve avere del mondo dello sport”.
Copertine sui giornali e tanti soldi, “ma qualcuno – ha sottolineato l’ex giallorosso – si è mai chiesto cosa c’è dietro a questi traguardi? Quanto allenamento, quante albe, quanti sacrifici?”.
Chiaro l’invito agli studenti: “Non fermatevi alle apparenze, guardate nel profondo le storie di quelle che per voi sono soltanto figurine”. Ma anche le società dilettantistiche dovrebbero modificare i loro atteggiamenti: “Serve appassionare i giovani, non pensare solo ai premi previsti per i ragazzi che diventano professionisti. Gli atleti devono essere seguiti e coinvolti, perché nella vita tutti ce la fanno, non solo chi riesce a entrare nel mondo del calcio professionistico. Sono davvero in pochi ad avere la possibilità di indossare la casacca di una società importante”. E non ha risparmiato nemmeno i colleghi calciatori “che – ha aggiunto – devono avere la responsabilità di rappresentare un punto di riferimento e un esempio etico per i più giovani”.
Tra gli obiettivi del suo mandato quello di promuovere la cultura tra i calciatori. “Questo sport –ha concluso Damiano Tommasi – è solo una parentesi della vita, per questo servono strumenti, l’istruzione per la precisione, per affrontare il momento successivo”.