Gli Istituti scolastici, per effetto della legge 107, riceveranno fondi per migliaia di euro da assegnare ai docenti ritenuti “meritevoli”. I criteri di merito saranno decisi dai Comitati di Valutazione delle diverse scuole. I dirigenti, sulla scorta di questi criteri e su una propria scelta motivata, assegneranno il bonus. Fin qua tutto sembrerebbe lineare, corretto e condivisibile ma purtroppo non lo è per una serie di motivazioni.
I fondi “bonus-premialità” dei docenti sono configurati, dalla legge 107, come retribuzione accessoria e quindi soggetti a contrattazione d’istituto per effetto del CCNL, non abrogato dalla legge 107.
I Comitati di Valutazione, a parte la dubbia competenza scientifica in materia di valutazione del merito, stabiliranno dei criteri di merito diversi da una scuola all’altra. Per effetto di questa diversità di scelta dei criteri, un docente ritenuto meritevole in una scuola non lo sarà in un’altra dello stesso paese.
Tanto basta affinchè le rsusi attivino per chiedere, coinvolgendo i lavoratori della scuola in assemblee ad hoc convocate, al dirigente scolastico la contrattazione del fondo da assegnare ai docenti meritevoli, impegnati nelle attività ed incarichi necessari nella scuola, sia per il supporto alla didattica che per le esigenze organizzative e di coordinamento.
Diversamente i dirigenti siano consapevoli che il primo atto di un qualsiasi comitato di valutazione di una qualsiasi scuola del Paese che provveda a determinare i criteri per la valutazione del merito e che non adotti le determinazioni del collegio dei docenti e dell’Intesa negoziale sarà oggetto di impugnativa da parte di FLC CGIL, Cisl Scuola, SnalsConfsal e Gilda Unams nazionali.
Lino Quartarone
docente primaria- RSU FLC CGIL