Carissimi,
“oggi la gente ti giudica per qualche immagine hai, vede soltanto le maschere non sa nemmeno di chi sei”. Tutti i ragazzi conoscono questo incipit della canzonetta di Mengoni “Credo negli esseri umani”. Corrisponde a verità. In giro ci sono “milioni di maschere e pochissimi volti”, ricordate Pirandello. La maschera ricorrente, la più diffusa è quella dell’individuo…l’individuo come maschera, messa addosso alla faccia della persona, per nascondere il suo vero volto. Da qui, anzitutto, la gente “non sa chi sei” (=la realtà che sei tu, cioè una persona umana). E’ tutto in funzione del “grande burattinaio”, del suo lavoro sporco. Più individui ha tra le mani, più riesce a orientarli, nella stessa direzione, con la sua regia. Tanto meglio se gli individui sono “isolati” attraverso la maschera dei socialnetwork che regala loro la sensazione di essere “connessi”, cioè in collegamento (in qualche modo, formando una sorta di comunità virtuale che pur evoca la realtà vera che sono, cioè persone e non individui), così costruendo la trappola della irrealtà apparente (la scena globale dell’unico mondo degli inebetiti e degli eterodiretti delle società liquide dell’ipermercato). Nella visione di quest’alienante “paese dei balocchi, verrebbe quasi da gridare: “fortunato chi non ha soldi e viene scartato da questo gioco nero del grande burattinaio”. Esiste un modo per rivoltarsi e resistere al degrado dell’individualismo nei rapporti umani: esercitare la potenza della persona che consiste nell’amare, nello stringere rapporti di affetto (anche unilaterali e incondizionati) nei quali sviluppare la forza della relazione (“la persona-è-relazione”, “l’individuo-è-contrapposizione”) nelle tante forme della vicinanza al dolore di fratelli malati, della solidarietà verso gli immiseriti, nella lotta per la giustizia vera, per la dignità umana di tutti, per i diritti personali (e non “individuali”, che non esistono in natura, ma solo costruzioni mentali del grande burattinaio). Buona giornata +donTonino