Modica. “Crisci ranni! Crisci ranni! Crisci ranni!”. Per tre volte, sabato 2 aprile, don Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, ha scandito a gran voce queste parole. Alle 18 in punto, al suono delle campane a festa, una piazza Matteotti gremita ha accolto il lancio dei bambini in alto e il salto in avanti dei giovani. “I grandi devono rimanere piccoli, perché se i grandi restano piccoli aiutano i piccoli a diventare grandi – questo, per don Corrado, l’insegnamento dell’antico rito – rimanere piccoli significa custodire un cuore libero, vero, un cuore che si lascia coinvolgere dalle cose veramente grandi”. E sul tema della piazza ha aggiunto: “Abbiamo fatto città belle con al centro e al cuore la piazza perché siamo fatti per stare insieme, nell’armonia di una vita umana segnata da rapporti forti, autentici. La piazza è il luogo dove si radunano i grandi per scegliere la direzione verso cui una città si deve muovere ma è anche il luogo dove i piccoli si radunano per giocare. Questi i significati da custodire”. Don Corrado ha affidato ai più grandi la custodia del rito per gli anni a venire: “Crisci ranni vuol dire che ai ragazzi stiamo offrendo un futuro bello che ci impegniamo a costruire. Per chi è cristiano Crisci ranni è un guardare il futuro con gli occhi della Pasqua, con gli occhi di Dio che guarda a partire dai più piccoli. Il Cantiere educativo e il rito ci danno una prospettiva di speranza, di futuro. E non è una speranza che ci aliena ma una speranza che ci impegna”. L’arcivescovo di Palermo ha lasciato la piazza facendo risuonare nel cuore di grandi e piccoli le parole di don Pino Puglisi: “Se ognuno di noi fa qualcosa, allora si può fare molto” …
Crisci ranni, impegno concreto per la città: una prospettiva sottolineata dalle parole di don Corrado e già emersa nel corso delle iniziative conclusive del rito 2016. “Crisci ranni è un cantiere educativo ma è soprattutto un processo che ha dato vita ad altri sei cantieri per generare città a misura di sguardo. È un cammino con le scuole, le parrocchie, le associazioni, che quest’anno ha visto coinvolti oltre duemila tra bambini e giovani – ha esordito Maurilio Assenza, presidente della Fondazione di Comunità Val di Noto introducendo, venerdì 1 aprile, il convegno ‘La piazza si incontra e si racconta’ – è un processo che ha bisogno di tempo , forza e coraggio. La Fondazione di Comunità è nata proprio per supportare questi processi, per create raccordi, connessioni, essere piazza”. Il supporto della Fondazione CON IL SUD fa sì che si mettano insieme patrimoni, forze, energie perché questi grandi processi avviati dal basso siano aiutati e sostenuti. A dare testimonianza della preziosità dei cammini di liberazione che attraversano il nostro Sud fino a farlo divenire ‘piazza’ di cittadinanza, Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD.
“Crisci ranni mi ha dato l’impressione che qui ci siano grandi visioni ed energie che porteranno nel tempo a una nuova dimensione di welfare” – ha esordito Borgomeo, parlando del rito come di un’intuizione straordinaria dal grande significato: un gesto, il lancio del bambino in alto, che presume e pretende anche un distacco dai genitori – la questione centrale del cantiere educativo è il rafforzamento del capitale umano, che è una questione decisiva per lo sviluppo del Sud, perché prepara cittadini responsabili, adulti, integrati, capaci di cultura, curiosità, apertura..”
Il tema della piazza, per Borgomeo, è indice che c’è una grande voglia di comunità. “La comunità è decisiva per lo sviluppo. È il capitale sociale su cui investire e da cui ripartire. Un posto sottosviluppato ha sì bisogno di un aiuto esterno, ma se questo non trova un motore nello sviluppo locale, se non trova la responsabilità della comunità, diventa assistenziale e oppressivo”. Il primo passo da fare, dunque, per promuovere sviluppo economico, è rendere più forti le comunità, cioè accumulare e custodire capitale sociale: “Progetti come Crisci ranni, che investono sui bambini, che rendono vitali i territori e aumentano la responsabilità delle comunità, realizzano la premessa dello sviluppo vero. Lo sviluppo è una cosa seria. Non una fiammata, ma un fuoco che, se le premesse sono solide, non si spegne. Mi auguro che Crisci anni generi moti di convenienza, oltre che di affetto e simpatia. Crisci ranni conviene a questa comunità, perché premessa di sviluppo – ha concluso Borgomeo.
Il suo intervento si è inserito nell’ambito di un appassionante dialogo con altri due studiosi del territorio. Lo storico dell’arte Paolo Nifosì ha parlato del naturale bisogno delle città di avere una centralità, sottolineando che la piazza è ‘fatto politico’ in cui va recuperato il senso della giustizia e della bellezza nello stesso tempo. “La centralità determina incontro , riconoscimento, memoria. E ha bisogno di un linguaggio che si apprende. Ai giovani ribadisco l’importanza di riacquisire il linguaggio della centralità della piazza per passare dal futuro del mistero al futuro del progetto” – ha affermato Nifosì rimarcando nel corso dell’incontro il pensiero di Borgomeo – nelle città si vive bene solo se c’è incontro, relazione. La rivoluzione nel Sud non potrà farsi finché si ragionerà solo in termini di assistenzialismo”.
Antonio Sichera, muovendosi tra letteratura, filosofia ed ermeneutica , ha rimarcato tre elementi fondamentali che determinano il senso della piazza come “partecipazione politica”: la creazione di comunità, le pratiche di inclusone e la qualità del consenso.
Sichera ha parlato del deperimento del senso di comunità nel tempo, determinato dalle logiche di affermazione dell’individualismo. “Occorre oggi la creazione di luoghi in cui si costruisca comunità. E Crisci ranni fa proprio questo: crea spazi di dialogo in cui si costruisce qualcosa insieme. I luoghi di costruzione delle passioni creano comunità – ha affermato Sichera – e le tradizioni, i riti, i simboli sono ‘spazi’ che ci permettono di ricreare comunità”
“Non può esserci piazza senza pratiche di inclusione – ha proseguito – mettere in atto pratiche di inclusione significa ricostruire una città dove si riconnettano le generazioni, le differenze economiche e le differenze culturali”. Per Sichera, diviene fondamentale a tal fine la qualità del consenso: “ Dobbiamo passare da un modello di qualità del consenso di tipo lucrativo che divide perché legato al beneficio dato all’individuo da cui viene il consenso, a un modello agoretico che raccoglie, in cui gli individui dialogando liberamente e formano così il consenso: lì c’è la democrazia, lì c’è la piazza”.
A portare il loro saluto il Sindaco di Modica Ignazio Abbate e il Vicario foraneo don Umberto Bonincontro. Il Sindaco in particolare ha sottolineato come Crisci ranni rappresenta un esempio di appassionata cura della città e di comune collaborazione tra amministrazione e terzo settore per il bene comune mentre il Vicario ha sottolineato come significativa la presenza di tanti giovani attenti alla città.
Ma al cuore del dialogo di giorno 1 aprile, la parola sulla piazza di cui i giovani hanno fatto dono all’intera città. A introdurre gli interventi dei ragazzi che hanno partecipato a un coinvolgente laboratorio di scrittura creativa, l’insegnante Sara Giunta: “Oltre cinquanta ragazzi, studenti di tutte le scuole superiori di Modica, hanno fatto un’esperienza di piazza attraverso la scrittura. È successo qualcosa di bello: non appena i ragazzi sono riusciti a lasciarsi andare abbandonandosi a un’esperienza di condivisione profonda, è sbocciata la parola sulla città”.
“Scendere in piazza significa viaggiare e viaggiare implica generosità e altruismo, apertura. E non tollera egoismo, né tantomeno ignoranza. La piazza non ammette pregiudizi – ha scritto un gruppo – qui è possibile comunicare con gli altri, nonostante la diversa lingua o cultura perché non si è soli. È un luogo in cui ci si sente amici anche se ci si incontra per la prima volta”
E ancora: “Così come le api fuoriescono dall’alveare se questo viene percosso, le persone, scosse, dalle case si riversano nelle piazze. Le piazze che sono il centro di tutte le azioni. Da qui si propagano suoni, colori, capaci di risvegliare gli animi addormentati e sedati di quelle persone che non vogliono agire. Nessuno è lasciato solo, tutti sono aiutati e i cittadini si attivano per la città. Urlavano: la bellezza, la bellezza siamo noi! Grida di persone stanche di abbassare la testa ai potenti”. E infine: “Nelle piazze ci si confronta e si dialoga maturando il senso civico, nelle piazze si può fare insieme senza annullare la propria identità”
Con le parole dei giovani che risuonavano negli animi, al termine del convegno ci si è lasciati tra gli applausi, con un senso di bellezza, giustizia, tenacia con cui si è continuato il 2 aprile, giorno della grande festa educativa di Crisci ranni: si sono lanciati in alto i bambini augurando loro di crescere bene, alla presenza di famiglie, parrocchie associazioni, scuole. Un reticolato di fili di lana, all’Atrio comunale, ha generato un emozionante senso di unione per grandi e piccoli; alla domus S. Petri si è danzato, a San Nicolò si è giocato. Un cantastorie prima e la compagnia Hobby Actors poi, hanno dato vita – tra lo stupore di tutti – al racconto “La veccia di li fusa”, su testo riadattato da Dada Iacono. Poi il grande momento del rito con don Corrado Lorefice, a ricordare il senso profondo della festa; e un’esplosione di gioia e colori con i giochi dei bambini insieme ai clown dottori di “Ci ridiamo su”. Bella la presenza dei ragazzi dell’istituto alberghiero Principi Grimaldi che hanno preparato le degustazioni con i prodotti del gruppo di acquisto solidale di Crisci ranni. Grande l’emozione dei bambini che hanno ritrovato in piazza la piantina di cui si erano presi cura per diverse settimane: molti hanno scelto di portarla a casa, di continuare ad averne cura insieme alla propria famiglia. In serata alcuni ragazzi migranti ospiti dei centri della zona – visibilmente felici ed emozionati – sono saliti sul palco e hanno suonato insieme ai “Tiempu persu”, con gli strumenti musicali donati dalla Caritas diocesana di Noto. Infine, la mostra dei lavori dei bambini delle scuole sulla piazza, rimasta aperta fino a domenica, ha donato a migliaia di visitatori la possibilità di scorgere una via verso città giuste e fraterne e di farlo attraverso gli occhi sinceri dei piccoli.
Crisci ranni 2016 si è così concluso, in un clima di festa e gioia corale che ha generato condivisione, senso di appartenenza, comunità…
L’équipe Crisci ranni
La Fondazione di Comunità Val di Noto