«Ci abbiamo messo un po’ a capire come funzionava ma dopo, davanti alle luci che si accendevano man mano, abbiamo capito che non si trattava di un semplice presepe: voleva trasmettere qualcosa e quel qualcosa abbiamo colto». «Vorrei descrivere quello che ho sentito: mi sono ritrovata nel grembo materno … gioia, pace e serenità. Grazie per la vostra disponibilità!». «Mia figlia ha detto: “Questa casa mi piace perché è piena di amore”. Non c’è bisogno di aggiungere altro»: sono solo tre tra i tanti commenti lasciati alla fine della visita al presepe della città alla Casa don Puglisi costruito con 1500 bambini. E inaugurato la sera di Natale con uno spontaneo radunarsi di cittadini e amici, e la città rappresentata dal sindaco, dal vicesindaco, dal comandante dei vigili urbani. Con la significativa presenza dei frati cappuccini e di due missionari, avviando insieme l’itinerario che poi è stato ripercorso da quasi due mila persone in questi giorni. Prima una sosta nell’androne per il racconto della creazione, quindi – salendo – l’impatto con i 1500 angioletti che rallegrano tutta la Casa, fino ad arrivare alla biblioteca in cui si spiega il cammino fatto con i bambini e quindi al salone dove è collocato il grande manufatto con le 1500 mattonelle dei bambini, il cerchio accogliente la Luce del liceo artistico, gli angeli e i simboli della vita opera di Salvatore Spadola. Che ha ideato e tenuto la “regia” di due mesi di preparazione insieme a Roberta Caccamo, Adriano Colombo, Martina Morana, Aurelia Brafa, Enrica Ficili, Chiara Paternò, Daniele Cannata, con tante collaborazioni (Desy, Roberta, Marco, Enrica, Antonluca, Fabio, Giulia, Elisabetta, Anna Maria, suor Binita e suor Reginij, volontari della Casa…). Senza dimenticare l’input dato dalla carissima Marcella Fragapane nel seminario dello scorso novembre. Ora, per più di un mese, la visita al presepe sarà – per chi vorrà – un viaggio interiore che si completa con la percezione di come la Casa don Puglisi sia una Casa per la città, una Casa che aiuta la città a ritrovarsi come luogo di affetti e di stupore: «La casa è pace dell’anima, questa casa», «Ritornare dopo tanti anni e trovare un’esperienza di questo tipo è veramente emozionante, lascia senza fiato: la Casa che si apre alla città, ai suoi bambini, in un unico grande abbraccio … Grazie per questa emozione». E c’è stato chi ne ha colto le qualità e ha dato parole al cammino fatto: «Caldo, bellissimo, emozionante, ha il sapore della fatica e il fascino dell’infanzia». Ed è bello vedere i bambini guidare i genitori, ritrovare tra tante la loro mattonella: «È stato bello e soddisfacente vedere una delle mattonelle realizzate dalla mia bambina». E i quattro angeli dal colore diverso hanno risvegliato in molti il valore del silenzio, la bellezza della luce e degli affetti … nello stupore per la storia della creazione che, rovinata dagli uomini che litigano, riprende quando Dio manda Gesù: «… e allora la storia ricomincia». Una storia tracciata dalle icone della cappella, “scritte” dalle Clarisse di Paganica: un’altra grande scoperta per tanti modicani (e non) che hanno visitato, oltre il presepe, la Casa: la scarpina slacciata nell’icona della Madonna che indica le paure della vita che si sciolgono nell’abbraccio, la Croce di San Damiano con l’armonia relazionale attorno a Dio che si dona per tutti, il chicco di grano che morendo porta frutto in corrispondenza del cuore nell’icona di don Puglisi … E la sala da pranzo della Casa sulla cappella, quasi a dire come il cielo sostiene la terra. E nella Casa – come suggerisce il titolo dei due progetti sostenuti dalla Fondazione di comunità Val di Noto – sono possibili “ripartenze” e l’acqua della vita si trasforma nel vino della gioia (“Le anfore di Cana”). Come è stato bello che, nella visita di don Corrado Lorefice al presepe, i bambini nella sala da pranzo non volevano staccarsi da lui, a dire cosa significa che un pastore sviluppa relazioni calde e profonde … E la Casa offre alla città una Porta santa della misericordia da varcare per ritrovare ciò che serve: «Ci sono cose – si legge ancora nel quaderno dei visitatori – che ti riempiono il cuore e danno il senso vero alla nostra vita. Non fermiamoci mai e continuiamo a rendere questo mondo un posto migliore. Costanza, fedeltà e tenerezza per ogni giorno della nostra vita». Chi vuole, fino al 2 febbraio, può continuare a visitare Casa e presepe passando per la Porta santa: ogni giorno dalle 17 alle 21,30 e le domeniche anche dalle 10 alle 12,30.
Maurilio Assenza
Responsabile della Casa don Puglisi e Presidente della Fondazione di Comunità Val di Noto – 3389351737
Nelle foto: il presepe, l’inaugurazione, la visita di don Corrado Lorefice arcivescovo di Palermo