Tenuto conto delle numerose richieste, la Fondazione Teatro “Vittorio Emanuele” organizza SABATO 24 SETTEMBRE ORE 17.45 una RECITA STRAORDINARIA di “MEMORIE DI SPOON RIVER”, viaggio teatrale itinerante per 30 spettatori, da Edgar Lee Masters, traduzione di Fernanda Pivano, adattamento, cura dello spazio e regia di Corrado Russo e Salvo Piro, per consentire di assistere allo spettacolo a tutti coloro che non sono riusciti a trovare posto nelle repliche previste inizialmente.
SABATO 24 SETTEMBRE 2011 ORE 17.45
Cimitero monumentale di Noto
(S.P. Noto – Testa dell’Acqua)
A causa delle numerose richieste, la Fondazione organizza SABATO 24 SETTEMBRE ORE 17.45 una RECITA STRAORDINARIA per consentire di assistere allo spettacolo, a tutti coloro che non sono riusciti a trovare posto nelle repliche previste.
ingresso 3 euro – spettacolo per 30 spettatori con prenotazione telefonica obbligatoria
Biglietteria e prenotazioni: tel. 0931 896659 / 655 dal Lunedì al Venerdì (dalle ore 9.30 alle ore 12.30)
MEMORIE DI SPOON RIVER
viaggio teatrale itinerante per 30 spettatori
da Edgar Lee Masters
traduzione di Fernanda Pivano
con la partecipazione degli allievi del laboratorio teatrale “memorie” e guest a sorpresa
adattamento, cura dello spazio e messa in scena di Salvo Piro e Corrado Russo
produzione della Fondazione Teatro V.E. di Noto
E’ sicuramente una location inconsueta per uno spettacolo. Un viaggio spettacolare/antropologico/culturale/religioso. Il progetto è incentrato sulla lettura delle liriche di Edgar Lee Masters, una vera e propria performance che vedrà coinvolti numerosi attori dislocati nel cimitero monumentale di Noto.
Un attore farà da guida al gruppo di spettatori che, secondo un percorso prestabilito, ascolteranno le liriche recitate dagli attori dislocati fra le tombe. Spoon River significa molte cose: la schiettezza, la fede nella verità, l’orrore delle sovrastrutture. Forse significa amore per la poesia; certo significa amore per quella poesia. Che questi quadri abbiano per soggetto uomini morti invece che uomini vivi, non è che l’estrema conseguenza della disintegrazione della realtà fisica nel tempo. L’elemento connettivo non è più la realtà di uno svolgimento successivo di stati fisici derivati razionalmente l’uno dall’altro, ma è la dimensione unica della memoria, nella quale si unificano i vari momenti fisici o psichici.
Il cimitero di Spoon River è dentro ciascuno di noi e ci appare come un’immensa Spoon River tutta la città, dove voci si chiamano da un posto all’altro come vite disperse, echi accomunati dal vivere quotidiano di tutti e differenziati da alcuni tragici destini che raccontano la storia del territorio. C’è una generazione che si porta ancora in tasca questo libro, accompagnati anche dalle musiche che Fabrizio de Andrè volle regalargli; invece troppi giovani ancora non lo conoscono.
Al di là del valore culturale, questa iniziativa ha sicuramente il merito di valorizzare il rispetto per questi luoghi ed è un modo nuovo di divulgare il culto della memoria.
Salvo Piro e Corrado Russo