ROMA, 27 gennaio 2016 – “Come avevo anticipato e ampiamente previsto, il convegno formativo tenutosi lunedì a Palermo sul ruolo dell’insegnante di sostegno, organizzato dalla Cgil, si è rivelato una passerella per il governo, ed in particolare per il sottosegretario Faraone. Quest’ultimo, riproponendo una sgradevole prassi tipica di certa politica, terminato il suo intervento ha lasciato il teatro del liceo classico Umberto I senza neppure ascoltare eventuali appunti o critiche, suscitando così la contestazione della platea. Inoltre, tutti i partecipanti abbiamo assistito a un finto contrasto tra il sottosegretario e la segreteria nazionale Flc Cgil, Anna Fedeli. Quest’ultima, come da programma, sarebbe dovuta intervenire solo a conclusione dei lavori ma, essendo a conoscenza della presenza tra il pubblico di parlamentari del MoVimento, i quali avevano richiesto di poter intervenire in risposta al sottosegretario, ha anticipato il suo teatrale intervento”.
Lo afferma la Deputata nazionale M5S Maria Marzana che ieri era presente all’incontro di Palermo.
“A Faraone non sono stati contestati gli aspetti che più necessitano di attenzione, o che stanno creando crescenti difficoltà nei confronti di una figura professionale così importante per l’integrazione e per l’istruzione degli alunni con disabilità: ridurre il numero di alunni per classe, assicurare un numero adeguato di docenti in rapporto alle necessità delle scuole, garantire la formazione di tutti i docenti sulle diverse tecniche di didattica inclusiva.
Altro caso scottante che non è stato trattato è quello del mercato delle abilitazioni sul sostegno in Romania, riconosciute dal Miur. In quel Paese le abilitazioni vengono ottenute in tempi record: un escamotage che danneggia quanti, tra molti sacrifici, seguono il lungo percorso in Italia e che rischia di abbassare la qualità dell’istruzione dei nostri alunni.
Di tutte queste criticità ieri a Palermo non c’è stata traccia, conclude la Deputata Marzana, Faraone ha potuto fare uno spot nella sua Palermo e la Cgil, di contraltare, ha recitato la parte della forza che si oppone. Un copione già visto mille volte nel quale mancava il vero protagonista di queste vicende: il lavoratore”.