Roma, 14 ottobre 2016 – “E’ giunto il momento di mettere fine all’Odissea di quei 50 presidi incaricati in Italia che svolgono, a tempo determinato e ininterrottamente da ormai 10 anni, la funzione di dirigente scolastico. Queste persone, sostanzialmente trattenute in ostaggio, vengono giustamente pagate come dirigenti scolastici e hanno maturato il sacrosanto diritto ad essere inseriti all’interno della pubblica amministrazione a tempo indeterminato”.
Così i parlamentari in commissione Cultura di Camera e Senato commentano l’interrogazione a prima firma Maria Marzana, che ha incontrato di persona alcuni di questi presidi che svolgono la loro funzione in provincia di Siracusa e ha portato in Parlamento la loro voce.
“Se da un lato il legislatore stabilisce che non è possibile conferire incarichi di presidenza a chi non abbia conseguito la relativa qualifica mediante concorso, dall’altro riconosce che i presidi incaricati, svolgendo la funzione di dirigente da diversi anni, hanno maturato capacità, esperienze e competenze, ritenute essenziali per assicurare continuità amministrativa e gestionale alle scuole.
Nel caso di questi 50 presidi si può affermare con certezza che quella maturata è un’esperienza completa. A costoro è stata giustamente riconosciuta la parità retributiva, scatti d’anzianità, arretrati, al pari dei dirigenti assunti a tempo indeterminato. Nonostante siano citati nelle premesse dello Schema di Decreto dello scorso giugno che regolamenta l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica, di fatto sono esclusi. Manca dunque ancora un tassello: includere nella procedura concorsuale prevista dalla legge 107/15, così come richiesto nella nostra interrogazione, tutti quei dirigenti che hanno ottenuto, a decorrere dall’anno scolastico 2006/2007, la conferma dell’incarico di presidenza per almeno un triennio”.