Il MoVimento 5 stelle ha finalmente ottenuto l’apertura del fondo di garanzia per il microcredito alle piccole e medie imprese e sta già versando oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Dopo quasi tre giorni di presidio, due notti in tenda, al freddo, davanti al Ministero dell’economia e delle finanze i parlamentari del Movimento 5 stelle sono riusciti ad ottenere l’apertura del conto dove poter versare l’ingente somma risparmiata tra indennità e diaria negli ultimi 5 mesi di legislatura a favore delle piccole realtà imprenditoriali.
“Da mesi chiedevamo al Ministro Saccomanni di creare un Fondo per le PMI dove far confluire le nostre eccedenze. Mentre c’è chi parla e basta di tagli alla politica, c’è chi li fa concretamente tagliandosi lo stipendio e restituendo i rimborsi non rendicontati. Personalmente – afferma la Deputata Marzana – sto restituendo quasi 20 mila euro, mentre nei primi due mesi e mezzo ne ho restituiti oltre 10 mila. Il giusto compenso non preclude l’esercizio ottimale del mandato: la mia attività, consultabile sul sito della Camera, è molto proficua. Credo che la politica abbia bisogno di proposte valide e di gesti concreti”.
Ma ripercorriamo dal principio la storia di questo successo.
L’emendamento del M5S presentato al Senato per aprire il conto allo scopo di finanziare il Fondo per le PMI era stato approvato il 5 agosto 2013 in occasione del varo del decreto “del fare”: il Governo aveva 90 giorni di tempo (scadenza 19 novembre 2013) per emanare il decreto attuativo e rendere operativo il conto, ma non aveva fatto nulla. Poi c’è stata l’iniziativa del MoVimento 5 stelle davanti al MEF.
“Ancora un volta la coerenza e la determinazione si sono rivelate le nostre più grandi risorse – esclama la Deputata rosolinese – le stesse che ci hanno consentito di vincere la battaglia in difesa dell’articolo 138 della Costituzione”.
Già con il primo Restitution Day di fine giugno sono stati resi dal M5S allo Stato, e nello specifico, al Fondo per l’ammortamento del debito pubblico, oltre 1,5 milioni di euro che, sommandosi a quelli del secondo Restitution Day, ammontano a più di 4 milioni di euro. Occorre ricordare che il M5S ha poi rinunciato a oltre 42 milioni di euro di rimborsi elettorali, a cui vanno aggiunti quelli rifiutati dalle Regioni Sicilia, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Basilicata, Trentino e Friuli.
In un tessuto urbano e sociale come quello della nostra penisola, composto da artigiani e commercianti, la piccola e media impresa costituisce la colonna portante, ed è per questo che deve essere tutelata e valorizzata con ogni strumento possibile.
Nonostante la propaganda politica, pronta ad imbonire gli italiani con l’ennesima bugia sulla diminuzione delle tasse, i cittadini e le imprese sanno che la realtà è ben diversa: occorre fare i conti con l’aumento degli acconti IRES, IRAP, IRPEF, e con le nuove tasse TARI e TASI, oltre alle riduzioni delle aliquote sulle spese detraibili.
“Il nostro gesto dovrebbe essere da esempio per gli altri politici. Non servono proclami ma interventi concreti. Alle imprese e agli artigiani occorre più credito e meno tasse”, conclude Marzana.