La querelle scoppiata qualche giorno fa tra le forze politiche, provocata dal voto dell’ARS che ha sancito la riduzione del prelievo sulle attività estrattive dal 20% al 13% (le famigerate royalites), pone, all’attenzione dell’intera opinione pubblica della nostra provincia, la scarsa propensione della nostra deputazione regionale a far valere l’interesse del territorio, a favore invece dell’interesse delle Società estrattive che faticano da anni a trovare un’ armonizzazione col territorio, facendo pagare ad esso dei prezzi altissimi in termini di degrado ambientale e tutela della salute (http://www.siracusa5stelle.it/grilli_aretusei-ai-petrolieri-abbassano-le-tasse-ai-siciliani-le-mutande/).
Certamente, se confrontiamo il valore reale delle royalties, proporzionate ai guadagni realizzati, il cittadino qualunque non potrà fare altro che meravigliarsi di fronte ad una percentuale così bassa del prelievo che viene trattenuto dalle Regioni e da esse convogliato ai Comuni. Da fonti specializzate nel settore si evince come, in tutto il territorio nazionale, l’entità della royalties che vengono assegnate alle Regioni ed ai comuni dei territori interessati ad attività estrattive, sia di circa 200 milioni di euro/anno, a fronte di ricavi che si aggirano intorno ai 4,5 miliardi di euro/anno.
I 200 milioni sono ovviamente ripartiti tra le varie regioni sulle quali vengono condotte attività estrattive di gas e greggio e la parte del leone la fa la BASILICATA, regione sulla quale insiste uno dei più grossi giacimenti di petrolio e gas dell’intera Europa (TEMPA ROSSA- VIGGIANO).
Per quanto riguarda la Sicilia, sempre da fonti e del Ministero delle Attività Produttive, emerge che l’entità di queste royalties, non risulta particolarmente elevata.
Ma appare senza dubbio a dir poco “strampalata” e senza significato concreto, la decisione di ribaltare un voto che sanciva quasi un anno fa una volontà politica ben precisa che era quella di aumentare l’importo di tali entrate, portando l’entità delle royalties dal 10 al 20%.
La differenza di 10 punti percentuali, che avrebbe consentito alla regione di disporre di maggiori entrate, derivanti comunque da attività, che come abbiamo visto sopra, creano guadagni ben superiori se confrontasti all’entità delle stesse royalties, avrebbe permesso alla Regione stessa di concentrarsi, per esempio, sul potenziamento di quegli enti, come l’Agenzia Regionale per l’ambiente della SICILIA (ARPA SICILIA), che con una scarsità di mezzi e di risorse qualificate, non può fare fronte a tutte le attività di controllo sul territorio e soprattutto in quei distretti dove la concentrazione di attività produttive è più intensa (si pensi al noto triangolo industriale PRIOLO- MELILLI- AUGUSTA, oppure delle aree produttive di GELA e MILAZZO).
E’ oramai noto a tutti come le agenzie provinciali dell’ARPA, siano sotto-dimensionate nel personale e non assolutamente adeguate alle tecniche di controllo ambientale che oggi vengono richieste.
E’ altresì risaputo come l’ARPA di Siracusa, che insiste su un territorio con la più alta concentrazione di Raffinerie e Petrolchimici dell’intera Europa, sia in deficit di risorse umane qualificate mezzi e strumentazione necessarie per poter valutare, ad esempio, i dati di emissioni che scaturiscono dall’area industriale per le quali sono stati fissati dei limiti ben precisi dalle AIA, limiti che sono stati imposti dai Ministeri preposti, come strumento di controllo delle attività emissive, a tutela del territorio.
Il potenziamento dell’AGENZIA REGIONALE per la PROTEZIONE dell’AMBIENTE, attraverso l’assunzione di personale altamente qualificato e l’acquisto di strumentazione adeguata, avrebbe consentito alla stessa Agenzia di garantire ambiti di controllo più stringenti e soprattutto una maggiore tutela delle popolazioni ricadenti su quel territorio.
Ovviamente, diamo per scontato, con qualche riserva, che l’intera deputazione siracusana all’ARS consideri assolutamente obbligatorio il raggiungimento di una sostenibilità che consenta di fare impresa nel rispetto dell’ambiente e nel rispetto delle stesse comunità all’interno delle quali, tali imprese si trovano ad operare.
Appare sconcertante però che la maggior parte della deputazione Siracusana rappresentata da Sigg. GIANNI, DI MARCO, BANDIERA, COLTRARO e MARZIANO, abbia potuto votare una riduzione, senza se e senza ma, senza peraltro garantire al territorio una qualche misura alternativa di tutela.
Certamente, l’opinione pubblica è matura per capire come i presunti “ricatti occupazionali”, che stanno alla base di questa sciagurata votazione all’ARS, siano il frutto della fantasia di qualche politico siracusano di lungo corso che ha pensato così di liquidare la questione.
Crediamo invece che costoro, alcuni dei quali da anni millantano di portare avanti il proprio interesse per il territorio, i cui risultati, nulli, sono alla luce del sole, abbiano ratificato con il proprio voto la distanza abissale che li separa dalla collettività e dal bene comune.
MoVimento 5 Stelle Siracusa, Grilli Aretusei