L’avvio del sistema di trattamento meccanico biologico, costato 20 milioni di euro, consentirebbe alla discarica di operare nell’ambito della legge. La deputata Mannino: “Avevamo previsto questi ritardi”.
A rischio l’avvio del trattamento meccanico biologico a Bellolampo. La tecnica di biostabilizzazione obbligatoria per legge, che dovrebbe partire nella discarica alle porte di Palermo rischia infatti di rimanere al palo a causa della carenza di mezzi e delle volture delle utenze, soprattutto Enel.
“Apprezziamo – afferma la deputata palermitana M5S alla Camera, Claudia Mannino – il blitz amministrativo operato dall’assessore Contrafatto, con cui la settimana scorsa l’impianto di trattamento meccanico biologico di Bellolampo è stato trasferito dalla Regione al Comune di Palermo e da questi alla RAP. Ma l’azione, a nostro avviso, è stata tardiva. Ci sono ritardi che purtroppo temevamo e che puntualmente si stanno verificando. Per questo abbiamo fatto diverse ispezioni all’impianto e inviato continue richieste alle amministrazioni coinvolte, intimando a ciascuno di compiere gli atti necessari. La biostabilizzazione è un obbligo di legge che consente di abbattere l’impatto ambientale delle discariche e di diminuire il conferimento finale. Ad oggi lo smaltimento a Bellolampo avviene in maniera illegale e sono stati spesi oltre 20 milioni di euro per porre rimedio a questa situazione. Per queste ragioni l’avvio del TMB deve rappresentare una priorità nell’interesse dei cittadini”.
Purtroppo, a dispetto delle dichiarazioni, lo start-up operativo dell’impianto e la sua messa a regime restano ancora lontani. Il collaudo tecnico-amministrativo sarà completato entro la fine di ottobre.
“La RAP – continua Claudia Mannino – ci ha assicurato che il personale da distaccare al Trattamento meccanico biologico è pronto. Ma i mezzi da utilizzare dentro l’impianto non sono ancora disponibili e sembra difficile che lo saranno per inizio novembre. Per non parlare della necessità di realizzare tutte le volture delle utenze, elettriche in primis. Il rischio, ormai difficilmente scongiurabile, è che a inizio novembre, quando verosimilmente potranno entrare i rifiuti dentro il TMB per le prime prove, tutto sia bloccato per la mancanza di mezzi. Abbiamo posto questa tematica alla RAP e al Comune di Palermo a partire da maggio 2015 e ci è stato sempre risposto che la RAP si sarebbe fatta trovare pronta. Speriamo che le nostre previsioni siano sbagliate, ma ad oggi non possiamo essere fiduciosi”.
“Di certo – sostiene la deputata – ci sembra surreale che questo delicatissimo impianto ancora non sia dotato di un piano economico-finanziario con le relative coperture per impedire che la mancanza di banali pezzi di ricambio possa bloccare la biostabilizzazione dei rifiuti del capoluogo palermitano”.
Al momento permangono sul tappeto numerosi ed inquietanti interrogativi: come la RAP coprirà i significativi costi di manutenzione? Come sarà fissata la tariffa? Quando e secondo quali modalità si effettuerà la voltura dell’AIA?
“Ci auguriamo – conclude la Mannino – che le risposte arrivino con atti tempestivi e trasparenti e per questo continueremo quotidianamente la nostra opera di monitoraggio e di pressione”. Una nuova ispezione alla discarica è infatti in programma a metà novembre.
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