Noto, 27 aprile 2017- Nessuna dura opposizione alla proposta di riforma dei Consorzi Universitari proposta dagli assessori alla Economia e alla Formazione regionali da parte dell’Università di Messina, che insieme al Cumo, Consorzio Universitario del Mediterraneo Orientale di Noto, da anni è protagonista dell’offerta universitaria del Sud Est della Sicilia con successo . Anzi, pieno sostegno alle misure che implicano un’oculatezza nell’investimento delle risorse se ne deriva un miglioramento dei servizi e una aumentata e condivisa progettualità per i consorzi.
“La recente questione sollevata sulla riforma dei Consorzi Universitari attualmente in discussione all’Ars – spiega il Direttore del COSPECS (“Dipartimento di Scienze Cognitive, psicologiche, pedagogiche e sociali” dell’Università di Messina consorziato col CUMO di Noto), professore Antonino Pennisi – sembra aver messo il dito su una piaga antica, che non è, tuttavia, quella della crisi dei consorzi universitari ma del modo in cui le micropolitiche locali la creano e la alimentano. Quando questo non accade i Consorzi sono in perfetta salute e svolgono un ruolo importante nella promozione dei territori. Un esempio virtuoso è certamente il CUMO con cui l’Università di Messina è in consorzio da ben 15 anni”.
I numeri del Cumo parlano chiaro: presso Palazzo Giavanti, sede del Cumo a Noto, negli anni ci sono stati complessivamente ben 11.521 iscritti, con una media di 700 iscritti ogni anno. I corsi universitari che si svolgono a Noto, a differenza di quelli di molti altri consorzi, sono inoltre corsi “veri”, cioè effettivamente accreditati dal Ministero, avendo passato lo stesso severo iter di tutti gli altri corsi delle Università statali. L’Università di Messina ha investito molto in questa impresa, così come la dirigenza del CUMO. Nei suoi corsi (Scienza della formazione, Scienze della Comunicazione, Scienze del servizio sociale) insegnano solamente professori ordinari, associati e ricercatori dell’organico dell’Ateneo messinese e non contrattisti precari. Da quest’anno si aggiunge un quarto corso di Laurea, che darà a tanti ragazzi del territorio la possibilità di approfondire gli studi in Psicologia senza affrontare un trasferimento. A questi corsi l’Università di Messina ha associato un Master prestigioso e stabile in “Tecnologie avanzate in scienze cognitive e pedagogiche” che dura da undici anni, il Dottorato in “Scienze Cognitive” che esiste dal XVIII ciclo (ed è al XXXII), diversi Corsi magistrali, installandovi anche Centri di ricerca di altissimo livello scientifico e tenendovi ogni anno attività convegnistiche internazionali riconosciute come tra le più importanti dell’Ateneo.
“Il risultato non è stato un preoccupante accumulo di debiti – come spiegano Corrado Spataro, vicepresidente del cda del Cumo, e Salvatore Cavallo, Direttore scientifico del Consorzio. Al contrario il CUMO è sempre stato col bilancio ampiamente in attivo, merito di una gestione virtuosa e accorta ancorché propositiva ed ha sempre reinvestito i proventi in miglioramenti delle strutture e dei servizi agli studenti: basta guardare la sua sede e i suoi laboratori. Insomma il CUMO ha dimostrato di essere un centro di possente propulsione scientifico-culturale nella Sicilia Sud-Orientale. Certo è che ci pare giusto, nell’ottica di migliorare la collaborazione tra Enti Universitari, Regione e territorio, di salvaguardare la presenza dei rappresentanti degli Enti Locali in seno alle attività decisionali, proprio al fine di garantirne l’aderenza con le politiche di sviluppo territoriale a cui vogliamo contribuire”.
“Questo deve essere lo spirito dei Consorzi universitari ed è per questo motivo che il CUMO è favorevole alla riforma Baccei – aggiunge Pennisi. Occorre capire che i Consorzi Universitari esistono solo in funzione dei servizi agli studenti, in particolari di quelli dei territori più svantaggiati. I bilanci dei Consorzi devono servire solo a garantire questi servizi che l’Università eroga tramite le strutture e le capacità di investimento positivo degli Enti locali, non a tenere a galla carrozzoni clientelari della peggiore politica. Questa sottopolitica che si annida talvolta, ma non sempre, negli impresentabili Consorzi che hanno sperperato milioni di euro, non cerchi scuse ed impari a rispettare gli investimenti pubblici per gli studenti delle nostre Università”.