prosegue la querelle a distanza tra il parlamentare regionale rosolinese Pippo Gennuso e il giornalista Paolo Borrometi. La polemica si è accentuata soprattutto dopo l’annuncio di Gennuso di volere querelare attraverso i suoi legali Paolo Borrometi. A questa notizia aveva replicato Borrometi stigmatizzando il ritorno del parlamentare all’ARS chiedendosi, nel contempo, quale fossero i motivi della querela nei suoi confronti.
La replica del Parlamentare regionale non si è fatta attendere e attraverso una nota stampa Gennuso così testualmente afferma:
“E’ noto che il moralista è colui che guarda solo ai peccati del altri e non si cura mai dei propri.
Quando poi si autoproclama censore di mafia e lo fa per mestiere (magari per cercare di vendere qualche copia in più di un qualche suo libercolo) diventa quello che Leonardo Sciascia definiva un . . . professionista dell’antimafia,pomposo e salottiero, ma senza mai rischiare alcunchè, anzi facendone ragione di profitto personale proprio e di altri pavidi soggetti(così lucrando, forse, più dei famosi . . . trenta denari !).
Invece, iomi sono sempre guadagnato da vivere lavorando intensamente e l’antimafia l’ho fatta a viso aperto, a rischio della vita mia e di quella dei miei familiari, sfidando sempre pericoli e mafiosi di calibro.
Caro moralista da strapazzo, dunque, prima di sproloquiare, vai a rileggertibene le sentenze dei tribunali che hanno riguardato queste vicende: o forse appartieni a quella schiera di persone per cui i Pubblici Ministeri hanno sempre ragione e le sentenze che li smentiscono valgono solamente quando ci piacciono ? ?
Oppure, stai cercando ancora di “sgomitare” per ottenere qualche altro incarico da arrivista, o un seggio all’ARS ? Per quest’ultimo, però, fatti votare dai cittadini e vedremo quanti effettivamente credono in te e ti daranno la loro fiducia !
Questa volta, poi, hai dimostrato di essere un mistificatore della realtà dei fatti e pure un crasso ignorante, perché, contrariamente a quanto hai scritto tu:
1° Il Tribunale di Catania ha escluso categoricamente qualsiasi mio accordo elettorale, tanto meno con soggetti “mafiosi”: è “falsa”, pertanto, ogni tua becera insinuazione al riguardo.
2° L’apertura di una indagine non significa affatto colpevolezza: men che meno nel caso delle recenti elezioni regionali in cui la stessa “ipotesi” della Accusa è stata già sbaragliata dal Tribunale giudicante.
Perché non hai scritto – come è vero – che per questa vicenda sono stato arrestato ingiustamente . La verità ti fa male ?
3° La sentenza di Roma, infine, ha “escluso” ogni mia compartecipazione a precedenti fatti di corruzione in atti giudiziari”.
Così chiude Gennuso la sua nota: “Vergogna. Vergogna. Vergogna ! ! ! E non ti nascondere dietro la citazione di nomi illustri; piuttosto, vai a studiare la verità ed a documentarti correttamente, prima di diffondere o scrivere balle !”