SIRACUSA – Questa mattina l’ex sindaco di Augusta, Carmelo Tringali,militante della prima ora de “ Il Megafono”, accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Cro, ha presentato alla Procura della Repubblica di Siracusa, un esposto-querela per diffamazione, nei confronti di Massimo Casertano, responsabile del Movimento civico “Augusta città libera”. Casertano in un manifesto affisso in piazza Duomoed attraverso Facebook, commentando lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, ha chiamato in causa anche i sindaci che hanno governato la città negli ultimi 25 anni. Così hacoinvolto anche l’ex democristiano Tringali, primo cittadino dal 1989 al ’91, quando aveva 38 anni, a cavallo con il terremoto della notte di Santa Lucia del ’90.
Tringali che ha avuto il merito di ricostruire la città in tempi da record, non trasformando Augusta in un altro Belice, adesso chiede Giustizia ai giudici del tribunaleaffinché il suo nome ed i suoi comportamenti non possano essere lesi.
“La storia politica di Augusta – afferma l’ex sindaco – degli ultimi anni, e, mi riferisco all’inizio della seconda Repubblica, è nota a tutti. Così come l’infamia con cui si è conclusa: lo scioglimento delle istituzioni per mafia ha prodotto molti cadaveri politici ed il fetore che oggi emanano, ha messo in movimento un’azione di sciacallaggio. Probabilmente per costruire future fortune politiche. Casertano, calunniandomi, mi ha voluto accomunare al modus operandi di sindaci già condannati o attualmente indagati per vicende legate alla mafia, che ho sempre contestato pubblicamente per la loro azione di governo. Vorrei ricordare allegiovani generazioni che da sindaco, dopo le notti del 13 e 16 dicembre del ’90, quindi del terribile terremoto, ho trasformato un disastro in una opportunità di rilancio e ricostruzione. Il programma pluriennale da me approntato fu finanziato dalla legge post sisma, la 433 del ’91. In questi vent’anni c’è la testimonianza tangibile della ricostruzione. Dalle opere pubbliche alle case sventrate in corso Sicilia e quelle semidistrutte negli altri rioni. Vorrei anche ricordare, a chi non lo sapesse, che i rischi per chi amministra sono sempre altissimi. Io da qualsiasi vicissitudine della vita sono sempre uscito a testa alta, prova ne èil mio casellario giudiziario ed i carichi pendenti che sono immacolati ed anche consultabili. Quand’ero sindaco – ricorda ancora Tringali – avevo una opposizione di persone al di sopra di ogni sospetto. Dal senatore Franco Greco, al deputato Puccio Forestiere, al preside GimbattistaTotis, personalità attente e vigili a qualsiasi tentativo di infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione. In quegli anni al primo tentativo della criminalità organizzata di imporre il racket ai commercianti, organizzai una grande marcia Antimafia, coinvolgendo tutte le forze sane e produttive di Augusta. La mafia sparò all’imprenditore Aldo Sicari che disse no al pizzo. Credo –concludeTringali – di avere rappresentato ad Augusta un momento di buona politica. Adesso porterò in tribunale il presidente del Movimento che mi ha calunniato. Dovrà dimostrare davanti ai giudici le gravissime affermazioni che hainopinatamente diffuso in città”.
Siracusa, 28 maggio 2013