Nellintento di dare un contributo propositivo alle decisioni che verranno prese, qui di seguito sono esposte alcune considerazioni che certamente Lei condivide.
Nella piana della provincia di Siracusa insistono aziende agricole intensive, ma fin dalle propaggini degli Iblei fino allaltopiano insiste agricoltura di mandorleti, uliveti, carrubeti, produzione di olio, miele e prodotti caseari; per il resto vi è il fenomeno dellabbandono.
Sappiamo, infine, che è necessario rilanciare l’economia sugli Iblei, un territorio mummificato ed ingessato sì ma dall’ abbandono e rimetterlo in moto dopo anni di incuria.
Pensiamo, allora, che si possa dare una risposta in positivo, in parte già avviata, e siamo convinti che è d’accordo, implementando ancora la multifunzionalità dellazienda agricola attraverso il coinvolgimento delle molteplici componenti delle realtà locali presenti nel territorio ibleo, con la diversificazione delle attività economiche al fine di creare, o consolidare, le opportunità occupazionali e la creazione di reddito attraverso una figura dellagricoltore che condensa la produzione di qualità, la protezione della natura e la gestione del territorio, con la flessibilità dei fattori di produzione e di tutte le attività integratea quelle agricole tradizionali e cioè tutte le attività, di produzione o servizio, che si affiancano allattività agricola propriamente detta che sono rivolte a rispondere anuovi bisogni e richieste di mercato.
Tra le attività individuate, ad esempio, sono da citare i percorsi enogastronomici, i percorsi etno-naturalistici, i bed & breakfast, i camping, lippoturismo, le esperienze lavorative in azienda, le fattorie didattiche, le aziende-museo, e tutte le attività esterne a quella agricola, ma integrate ad essa per dare opportunità di reddito aggiuntive alle comunità agricole.
Non pensa Lei che tali attività, che possono essere di tipo artigianale o piccolo industriale, commerciali (negozio rurale, fiere rurali) e turistiche, possano contribuire, con lincremento dello sviluppo turistico , al consolidamento e allaumento delle opportunità di reddito e occupazione ?
Un vero agricoltore, sa, inoltre, che gli Iblei rappresentano una riserva dacqua formidabile. Lacqua che si raccoglie , infatti,sugli Iblei costituisce, per i bisogni idrici civili ed agricoli sia della zona collinare che della piana, un patrimonio importantissimo . Sappiamo benissimo che le falde acquifere non devono essere inquinate ecco perché deve essere privilegiata lagricoltura biologica e di qualità sugli Iblei che, daltronde, come abbiamo detto, consiste in mandorleti, uliveti e carrubeti e sulla produzione casearia e del miele.
Non crede Lei che allora tutta la questione dellagricoltura consiste sul modello economico da incentivare e/o da avviare per cui sugli Iblei la questione della perimetrazione e zonizzazione del Parco deve avere questa prospettiva se si vuole fare vivere lagricoltura e la zootecnia?
(A tale scopo bisogna coinvolgere gli operatori turistici e degli agriturismi) .
Sappiamo che la produzione e la commercializzazione di prodotti tipici e di nicchia, associate ad efficaci strategie dimarketing (i prodotti dei Parchi hanno il 30% in più) possono esercitare un effetto moltiplicatore per tutta leconomia locale e sappiamo anche che la forestazione serve per evitare il dissesto idrogeologico e di danneggiare le comunità e le attività della piana.
Sulla base di questa consapevolezza, certamente non può non condividere che l’unica possibilità economica sugli Iblei è quella multifunzionale, integrata col turismo e con la straordinaria concentrazione di beni naturalistici, archeologici ed etnoantropologici.
Dr. Paolo Pantano espon. del Comitato Promotore Parco Iblei (rappresentato da 24 associazioni naturaliste, ecologiste e culturali delle provincie di Siracusa, Ragusa e Catania, costituito nel 2004).
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