Ubriachi devastano a sprangate il chiosco di piazza Mazzini e vandali deturpano il monumento ai Caduti di piazza Unità d’Italia. Una statua che ricorda, elencandone i nomi, i morti ispicesi nella prima guerra mondiale. Una nuova ondata di violenza colpisce la città, solo in apparenza tranquilla, e tali inaudite gravità sono quasi del tutto passate sotto silenzio.
Il primo misfatto si è verificato nella notte di due sabati fa. La notizia è stata resa nota dai giovani che hanno assistito ad una rissa fra ubriachi in piazza Mazzini. Urlavano e se le davano di santa ragione. L’accento non sembrava italiano. Ad un certo punto, il gruppo di molesti, nel frattempo munitisi di spranga, si è accanito contro uno soltanto di loro. Quest’ultimo ha pensato bene di rifugiarsi all’interno del chiosco nell’angolo della piazza. Seguito dal branco, nel tentativo di colpirlo, sono stati distrutti gli interni del chioschetto, davanti agli occhi degli atterriti titolari e dei testimoni per caso.
Il monumento ai Caduti è stato invece preso di mira dai vandali nella notte di sabato scorso. La palma, scolpita in pietra e posta ai piedi della statua, è stata spezzata. Sulla base sono state abbandonate diverse bottiglie di birra. Nell’aiuola che lo delimita, trovate invece lattine, cartacce e i resti di bagordi notturni. Nella tarda mattinata di domenica, i netturbini hanno provveduto a restituire dignità alla statua.
In novant’anni di vita, il monumento non era stato mai vilipeso. Questo grave fatto si è verificato nel momento in cui è stata rimossa la ringhiera che la proteggeva, in quanto il progettista della nuova piazza ha ritenuto opportuno privare la statua della sua antica cornice. E l’amministrazione comunale non si è opposta.
La ringhiera, in ferro battuto, è un gioiello dell’artigianato locale finito in un fondo di magazzino. Mentre la base del monumento, priva appunto di protezione, è utilizzata come sedile.
Il monumento ai Caduti risale alla prima guerra mondiale ed è esposto dal 1923 nel salotto della città. I cittadini sono indignati. Chiedono sia ripristinata la ringhiera. E attendono con ansia che l’area sia sottoposta a videosorveglianza.