“Rideterminazione dei compensi”: fiocca la delibera, approvata in sordina, attraverso la quale i sindaci (da Bagheria a Cinisi, passando da Ispica e Calamonaci) si aumentano i compensi. Nell’Isola dei Comuni del dissesto o sull’orlo del tracollo finanziario, fra gli amministratori (sindaci, assessori e consiglieri) è scattata la corsa al gettone d’oro, aumentando indennità e gettoni di presenza, infischiandosene dell’austerità che i tempi di nera crisi economica richiedono. Quanto basta per cancellare con un tratto di penna (com’è scritto nell’articolo a firma di Antonio Fraschilla, pubblicato due giorni fa su repubblica.it) le penalità previste dalla legge nazionale in caso di sforamento del patto di stabilità. Tutto ciò è reso possibile da una sentenza della Corte costituzionale che ha sancito come le norme nazionali in materia “non si applicano” nelle Regioni a Statuto speciale. Un altro regalo riservato ai consiglieri, agli assessori e ai sindaci siciliani che sono già i più pagati d’Italia, non avendo mai applicato i tagli varati dalle manovre Tremonti e Monti.
Non importa, quindi, che il Comune dissestato di Ispica non riesca a garantire l’assistenza ai disabili e agli anziani, la mensa scolastica e il trasporto degli studenti, gli stipendi ai dipendenti comunali dei quali 83 sono a rischio licenziamento per le politiche dissennate degli amministratori e non riesca a pagare i fornitori, mettendo in ginocchio l’economia cittadina. Piuttosto, si legge un virgolettato del primo cittadino, Piero Rustico, dove il sindaco afferma sull’importante quotidiano on line che è pronto a correre ai ripari, cioè a riprendersi lo stipendio pieno. «Ancora non ci siamo aumentati lo stipendio – ha dichiarato infatti il sindaco Rustico – ma il prossimo mese decideremo se chiedere anche il pregresso».
«Nell’Isola del tesoro – scrive Fraschilla – l’autonomia è un muro difficile d’abbattere. E proprio grazie a questo muro anche gli amministratori di Comuni che hanno sforato i tetti di spesa o sono in dissesto possono brindare a un futuro migliore. Per loro, però.».