«Chiarimenti sull’installazione di un ripetitore del segnale di telefonia mobile in via del Melo, sulla fascia costiera»: è la richiesta rivolta al sindaco Piero Rustico da Tiziana Scuto, presidente del comitato “Santa Maria del Focallo – Marina Marza”.
Scuto denuncia l’installazione di una stazione radio base nell’area balneare, dopo aver ricevuto la «preoccupata segnalazione, sia verbale che via mail di numerosi iscritti al comitato e di residenti nella zona marittima, riguardo un’antenna ripetitrice per cellulare, ritenuta “dannosa alla salute pubblica per l’emissione d’elettrosmog, detto inquinamento invisibile”». «La paura è quella che – spiega Scuto – le onde elettromagnetiche possano avere effetti nocivi sulla salute dei residenti che abitano nella zona circostante il ripetitore, i quali temono che “vi possano essere emissioni di eventuali radiazioni nocive non solo sotto l’antenna dove, dicono, che per effetto ombrello sono protetti, ma nelle vicinanze, dai 250 metri in poi, dove le radiazioni scendono”. A nome e per conto degli iscritti, dei residenti e delle persone che, giustamente, si preoccupano per eventuali danni alla salute, chiedo al sindaco Rustico di conoscere se è stata rilasciata regolare autorizzazione per l’installazione di tale antenna e, in tale ipotesi, – conclude Scuto – se sono stati calcolati i rischi alla salute e rispettata la normativa nazionale in merito (legge 381/98 )».
Stazione radio base è il termine tecnico che indica il ripetitore del segnale dei telefoni cellulari. Produce smog, rilasciando onde elettromagnetiche che provocano gravi danni alla salute delle persone. I rischi di cui si parla attengono alla possibilità di ammalarsi di leucemie e di epilessie, malattie provocate dalla vicinanza a queste antenne, che possono anche essere elettrodotti, trasmettitori di onde radiofoniche e televisive e non solo ripetitori del segnale dei cellulari.
I bambini, purtroppo, sono i soggetti maggiormente esposti alle controindicazioni che comporta l’esposizione costante e continuativa ai campi elettromagnetici artificiali. Il dato è confermato dagli studi condotti da professionisti indipendenti, ossia di esperti non condizionati dai pareri dei prezzolati rappresentati di compagnie telefoniche o da legislatori compiacenti.
L’avidità supera però la minaccia delle malattie cagionate dall’esposizione ai campi elettromagnetici e cresce nel centro abitato e, ora, anche sulla fascia costiera il numero dei ripetitori. I proprietari terrieri o degli immobili che installano antenne di questo tipo si lasciano sedurre dai lauti compensi che le compagnie telefoniche assicurano (circa quindicimila euro annui), trasformando le abitazioni o i terreni in strumenti di speculazione. Uno sciacallaggio che si verifica proprio perché la legge stabilisce che il Comune non può vietare l’installazione di simili impianti.
È nei poteri dell’Ente, però, varare un piano che ne regoli la distribuzione. Un piano che dovrebbe adottare il Consiglio comunale.
Nella lotta all’elettrosmog, agevolerebbe il lavoro dell’amministrazione comunale tenere presente quanto ribadiscono diverse Associazioni sul negativo impatto che i trasmettitori radio o tv, le stazioni radio base e gli elettrodotti potrebbero avere nell’acquisto o nell’affitto di un immobile: «La presenza di fonti d’inquinamento elettromagnetico – a loro avviso – conduce alla svalutazione dell’immobile vicino alle antenne».