Eva Brugaletta –
Per difetto di giurisdizione, il Tribunale amministrativo regionale (Tar) ha bocciato il ricorso avanzato dal sindaco (avvocato) Piero Rustico contro la deliberazione della Corte dei Conti, che certificava il dissesto finanziario del Comune, imponendo d’adottare lo strumento di risanamento finanziario alternativo entro i perentori termini di legge.
Il Tar, quindi, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal primo cittadino, precisando che «i provvedimenti del Prefetto e del Consiglio comunale costituiscono atti vincolati, privi di alcun margine di autonoma discrezionalità, poiché conseguenti, per espressa previsione legislativa, all’accertamento contenuto nella delibera della Corte dei Conti».
«Adesso, chi pagherà la parcella di seimila euro per una causa intentata davanti al tribunale sbagliato?»: se lo domanda il segretario del Partito democratico, Gianni Stornello. «Il Tar – spiega Stornello – ha affermato che resta competente per qualsiasi impugnativa che riguardi il dissesto nei comuni e l’adozione dei piani di riequilibrio la magistratura contabile, in particolare le sezioni riunite della Corte dei conti. Nel disperato tentativo d’annullare il dissesto – evidenzia – hanno intentato una causa contro la Corte dei conti, la presidenza del Consiglio dei Ministri, la Prefettura, il ministero dell’Interno, il ministero dell’Economia e delle Finanze, la conferenza unificata presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, la conferenza permanente per il coordinamento della Finanza pubblica e il Consiglio comunale di Ispica. Hanno però sbagliato tribunale. Hanno adito il Tar, mentre dovevano rivolgersi alle sezioni riunite della Corte dei conti, come lo stesso Tar ha scritto nella sentenza con la quale dichiara inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione».
Dura anche la reazione del consigliere Paolo Monaca (Pid). «L’immagine di Ispica – afferma Monaca – è schiacciata dal peso degli errori di Rustico: i dipendenti comunali senza stipendio, i disoccupati, le ditte ed i fornitori non pagati, i locali pubblici danneggiati dallo spropositato aumento delle tasse sul suolo pubblico, i professionisti abbandonati, gli artigiani senza Piano regolatore, la costa senza spiaggia, il Comune senza sede, la piazza senza chiosco, Cava d’Ispica senza turisti, oggi, rappresentano la realtà di una città violentata dalle continue prevaricazioni del sindaco. Chiamiamo a raccolta – conclude – i cittadini affinché facciano quadrato attorno all’opposizione, inducendo il sindaco ad un gesto di responsabilità».