Scade il trenta luglio il Referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari (Art. 2, Legge del 31 ottobre 1965, n. 1261). Alzino la mano coloro i quali erano informati del fatto che, presso i Comuni, fosse possibile firmare per tale, atteso Referendum. Ben pochi, si suppone. Diversi giornalisti iblei sono stati informati da Salvatore Brancati, un noto fotografo ispicese, contattato dalla giornalista Alessandra Pezzino che sta inviando centinaia di email per informare sulla presumibile, pilotata disinformazione. Lei stessa se n’è accorta per caso, recandosi al Comune di Soave, trovando una gradita, ma non pubblicizzata sorpresa: la possibilità di abbattere i privilegi della casta apponendo una semplice firma in calce allo scottante documento; di firme, però, ce ne vogliono 500 mila per far passare il referendum e il tempo stringe.
«Si tratta di un referendum, sì, l’ennesimo – scrive Pezzino nell’email – che, però, ha un fine più che nobile: il taglio degli stipendi della casta politica. La raccolta firme si concluderà il 30 luglio 2012 (termine per la presentazione al Comitato promotore 31/07/2012). Cosa occorre fare? Nulla di più semplice: recarsi presso il proprio Comune ed andare a firmare. Provate però a domandarvi – evidenzia Pezzino – come mai questa notizia non è passata sui giornali. Non è che per caso c’è un forte connubio tra i finanziamenti elargiti alla carta stampata e la casta politica? Meditate gente. Intanto, con qualsiasi mezzo, bisogna diffondere la notizia. Voglio proprio vedere se – aggiunge stizzita – anche stavolta la passano liscia. E, poi, dopo fate un salto in Comune. Ci vogliono 500 mila firme, altrimenti avremo perso l’ennesima buona occasione per dare un duro colpo alla casta. Ma attenzione – sottolinea ancora – la notizia è poco nota e quindi bisogna divulgarla. Non possiamo continuare a lamentarci sempre di tutto – conclude Pezzilli – e poi lasciare che le cose vadano come vadano. Dobbiamo essere coerenti, in primis, con noi stessi. E voi che ne pensate?».