Il consigliere comunale ispicese Giuseppe Quarrella e la portavoce del gruppo politico Mariagiovanna Gradanti sono oggi intervenuti in merito all’ultima seduta della civica assise, caratterizzata dalla polemica sorta in seno alla minoranza mentre era in discussione l’adesione del Comune ad un’anticipazione di liquidità prevista dalla finanziaria, che ha spaccato l’opposizione.
“Non pensavamo che fosse necessario metterlo per iscritto, dal momento che per quasi quattro anni siamo stati, alla prova dei fatti, l’unica voce dell’opposizione in Consiglio. Eppure eccoci, oggi, a ribadire ciò che dovrebbe essere palese: siamo opposizione!” scrivono Quarrella e Gradanti nel loro documento, rispondendo al consigliere Arena che accusava il consigliere indipendente di avere ‘simpatie’ per la maggioranza.
“È anche vero, però, che non siamo opposizione cieca e sorda: non siamo mai stati – e mai saremo – quelli che danno fuoco al palazzo per prendere con facilità il potere e governare, poi, sulle rovine.
Da maggioranza nella scorsa sindacatura e da opposizione in questa, abbiamo sempre ribadito un concetto fondamentale: i creditori vanno pagati.
I fornitori di opere e servizi, lavoratori che hanno anticipato tempo, soldi e manodopera per il Comune, hanno il sacrosanto diritto di essere pagati, soprattutto in una fase economica così delicata come quella attuale.
Per questo abbiamo sempre votato (e continueremo a farlo, senza preoccuparci se qualcuno per questo vuole ascriverci alla maggioranza) a favore di anticipazioni di cassa e misure similari finalizzate al pagamento dei creditori del comune, che sono cittadini, lavoratori e contribuenti come noi.
Che sono anche elettori, ma qualcuno se ne ricorda solo al momento di chiedere e quasi mai quando si tratta di restituire la fiducia data con il consenso.
Certi ben noti personaggi sappiano che non possono continuare a consumare le proprie vendette politiche a danno dei cittadini: non permetteremo che avvenga di nuovo.
Per questo non accettiamo lezioni di moralità politica da nessuno, né tanto meno, intendiamo soprassedere alle accuse di ambiguità che abbiamo sempre mostrato di aborrire con i fatti”.