«Se le regole vanno rispettate, le primarie del Partito democratico devono essere annullate»: Interviene in questi termini Giovanni Tringali, portavoce del comitato promotore del circolo democratico “Kennedy”, dopo lo scontro sulla validità delle consultazioni sulla scelta del candidato sindaco. Indignato dalle reazioni «spropositate», si lancia alla strenua difesa di Gianni Stornello, candidato alle primarie, che ha denunciato «le irregolarità che hanno di fatto consentito il voto agli avversari del Pd».
Secondo Tringali «se l’unitarietà del Pd significa passivamente approvare qualsiasi azione politica, anche al di fuori delle regole, noi, proprio in nome del Pd, non ci stiamo. Noi, tutti, ci siamo impegnati perché il 21 dicembre fosse un momento di festa e di partecipazione democratica, libera e spontanea. Non è stato così. La presenza di molti esponenti del centrodestra al seggio e la gestione non del tutto imparziale della coda hanno generato dubbi e sospetti, che noi chiediamo al nostro partito di fugare una volta per tutte».
Le presunte irregolarità hanno indotto Stornello a diramare una lettera aperta, nella quale denuncia «la poca chiarezza nell’applicazione del regolamento e la mancata convalida del risultato», che vede il consigliere comunale Pierenzo Muraglie prevalere sul consigliere Giuseppe Roccuzzo e su Stornello».
In particolare, spiega Tringali, «l’articolo 5 del Regolamento delle primarie prescrive che gli elettori firmino una dichiarazione nella quale affermano di riconoscersi nel progetto politico del Pd, di votare per il nostro partito alle prossime elezioni e di autorizzare la loro iscrizione all’Albo pubblico degli elettori del Pd. Tale dichiarazione non è stata resa da nessuno dei votanti. La consultazione deve essere quindi annullata».
Perché il segretario provinciale Giovanni Denaro e quello cittadino del circolo in via Ruggero Settimo, Giovanni Gambuzza, hanno attaccato Stornello?
«Dal momento che Gambuzza e Denaro censurano l’azione di Stornello, dicendo che le regole sono state pienamente rispettate. Ma, usando toni ai limiti dell’offesa personale e debordando dal ruolo “super partes” che dovrebbero ricoprire, è strano che critichino Stornello in nome di quelle stesse regole che le primarie hanno clamorosamente eluso. Come molti nostri elettori ci segnalano, c’è il rischio che ad Ispica il partito non sia autonomo, ma venga condizionato dall’esterno e costretto a piegarsi a logiche che nulla hanno a che fare con i principi e i valori democratici: la destra che sceglie il candidato del Pd».