«Il dissesto? Un disastro annunciato. Ma ai tentativi d’aggirare l’ostacolo è stato risposto no. Ecco perché ho bocciato l’approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, adottato però dai colleghi»: ha destato clamore il voto sfavorevole dell’ex presidente del Consiglio comunale, Carmelo Oddo, critico nei confronti della maggioranza, ma mai appiattito alla posizione delle opposizioni consiliari, oggi, in maggioranza numerica, che hanno determinato, sorprendendo, l’approvazione dello strumento finanziario.
Oddo spiega che la sua determinazione nel non avallare l’ipotesi di bilancio è maturata dopo una serie d’eventi, a partire da quando «l’ex responsabile dei servizi finanziari dell’ente», Carmelo Lorefice, «nella relazione presentata il 5 novembre 2012 consigliava di fare ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, evitando i penalizzanti riflessi di un dissesto». Nel frattempo, «l’otto novembre 2012, il Collegio revisori dei conti esprimeva parere favorevole per l’accesso alla procedura di riequilibrio finanziario». Forte di queste premesse e nella qualità, allora, di presidente dell’assise, Oddo, «ha invitato i colleghi ad adottare il Piano di riequilibrio pluriennale», ricordando «in diverse occasioni come rappresentasse l’unica alternativa per salvarsi dal dissesto». E, invece, la dichiarazione del fallimento finanziario è calata come una mannaia l’aprile scorso e, ricorda Oddo, «le conseguenze sono ravvisabili sotto il profilo contabile: l’Ente dissestato è stato tenuto ad approvare un nuovo bilancio basato principalmente sull’elevazione delle entrate, vale a dire che tutte le tasse comunali (Imu, Addizionale comunale, Tarsu) sono state aumentate fino a toccare il tetto massimo consentito dalla legge e sono stati tagliati i servizi».
Si poteva evitare il dissesto? Secondo il consigliere Oddo era possibile, bastava a suo avviso «impugnare la delibera n. 28 (2013) della Corte dei Conti, che accerta la mancata presentazione del Piano di riequilibrio finanziario del Comune, facendo ricorso al Tar di Catania, com’è accaduto a Vibo Valentia dopo la presentazione del ricorso, dove il Tar di Catanzaro ha sospeso l’ordine del prefetto di dichiarazione di dissesto del Comune che aveva ricevuto a seguito della delibera della Corte dei Conti nel maggio 2013».
Oddo suggeriva «la stessa procedura» addirittura «un mese prima, il 18 aprile 2013, proponendo una mozione (numero di protocollo 0010966/ 366) indirizzata al presidente del Consiglio comunale, ai consiglieri e al segretario generale, ma non è stata mai discussa in assise e, infine, l’ha ritirata. La mia proposta – conclude – è stata considerata una strada non percorribile solo perché non ho intrapreso un percorso fuori dalle diatribe politiche che hanno avuto il sopravvento a scapito della collettività: mi sembra un buon motivo per non approvare un’ipotesi di bilancio che se avessimo seguito l’esempio di Vibo, avrebbe potuto mai approdare in consiglio».