Eva Brugaletta
Proseguiranno le iniziative di lotta intraprese dai netturbini. La protesta, durata già due giorni, continuerà oggi e, poi, domani. Lo annuncia Giovanni Lattuca, segretario provinciale della Fp Cgil, considerato che gli operatori ecologici «non hanno ricevuto il pregresso maturato». Pertanto «si riuniranno in assemblea presso il cantiere di Ispica dalle 10 alle 12». L’ordine del giorno prevede l’eventuale proclamazione di scioperi.
I netturbini garantiscono i servizi essenziali, ma non il servizio di raccolta rifiuti porta a porta. Amareggiati, si «scusano con i concittadini per i disagi arrecati, anche alla luce del fatto che gli ispicesi hanno pagato un canone salatissimo per la spazzatura». Anche se disillusi, desiderano comunque «ricevere risposte e ottenere garanzie, avendo famiglie da mantenere e affitti, mutui e tasse da pagare».
Il sindaco Piero Rustico rimane critico, ritenendo «le proteste una strumentalizzazione politica, dimostrate dalla disomogeneità delle organizzazioni sindacali».
Il primo cittadino deve fare però i conti, non solo con le proteste organizzate dai dipendenti e dai netturbini, ma anche con le denunce degli avversari politici, in particolare del Partito democratico che ribadiscono la volontà d sfiduciare il primo cittadino.
Secondo il segretario democratico Gianni Stornello Ispica ha due anime. Un dualismo dalle impari percentuali in quanto esiste una piccolissima parte di Ispica che «non vuole cambiare e c’è un’altra», la maggioranza, che «non aspetta altro che il cambiamento». La prima «è rappresentata dalla casta, è largamente minoritaria ed è la città fatta di politicanti e relativi accoliti, interessati solo ad una poltrona, ad un incarico, a condizioni di miglior favore solo in ragione della loro appartenenza o al grado della loro fedeltà. Questa Ispica vuole che sindaco e giunta restino in carica perché vittime di ingiusti attacchi, di accuse strumentali e, addirittura, di “maledizioni”». Dall’altra parte, ad avviso di Stornello, c’è «la città che giorno dopo giorno sperimenta come la crisi, quella nostra, locale, stia impoverendo drammaticamente Ispica. Una comunità che non vede più erogare i servizi per i quali si vantava di essere stata antesignana e modello, vedi i doposcuola, l’assistenza domiciliare, le varie forme di aiuto ai più deboli, mantiene sicuramente un alto tasso di sviluppo, conserva spiccate potenzialità, ma paradossalmente si impoverisce. Inutile dire che per questa Ispica, senza dubbio maggioritaria, il cambiamento è un imperativo categorico: prima il sindaco in carica se ne va, meglio è».
Stornello non ammette in sostanza posizioni di mezzo. Tra «paese legale (quello attaccato alle sedie) e paese reale (quello che vive i problemi quotidiani) la posizione terza è l’ignavia. E gli ignavi Dante li mise all’Inferno come tutti gli altri peccatori. Stare dalla parte del paese reale è dunque un obbligo morale. Se lo ricordino quei consiglieri comunali che spogliano ancora la margherita “sfiducia sì, sfiducia no”».