Antonio Scapellato se la caverà. Sembra essere fuori pericolo l’ispicese di 23 anni ferito gravemente alla testa giovedì scorso, in quello che si configurerebbe come un tentato omicidio. A quanto pare non sono state riscontrate lesioni interne e anche se cauti, si ritengono ottimisti i medici dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove il giovane è stato trasportato d’urgenza, in elisoccorso, prelevato dal Presidio territoriale d’emergenza (Pte) di Rosolini, dove ha ricevuto le prime, determinanti cure.
In un primo momento, è stato ipotizzato che fosse stato un colpo d’ascia inferto al ragazzo a procurare la profonda ferita sulla testa. Ma la notizia si può dire di fatto smentita. Se davvero il capo del giovane fosse stato squarciato da un’accetta, riferiscono gli inquirenti, un’aggressione di quel tipo non avrebbe lasciato scampo al giovane. E, probabilmente, i sanitari del nosocomio catanese non vedrebbero il bicchiere mezzo pieno nel vagliare il quadro clinico di Scapellato. Ma il fatto che l’arma del delitto non sia stata ancora ritrovata, lascia la possibilità avanzata nell’ambito delle ipotesi. I militari sono adesso alla ricerca dell’aggressore, o degli aggressori.
Sembra inoltre archiviata come poco plausibile l’ipotesi che il giovane sia stato vittima di una tentata rapina finita male. Ma il riserbo delle forze dell’ordine non lascia spazio per approfondire la questione. Trapela però che seguano altre piste, indagando maggiormente nel modo della droga. Anche se Scapellato non ha precedenti penali, è un giovane di buona famiglia ed è conosciuto come un ragazzo tranquillo e pieno di vita. Un onesto lavoratore che s’è messo in gioco, acquistando quel bar in corso Garibaldi, nel centro storico cittadino, che avrebbe dovuto inaugurare tra pochi giorni.
Sono i carabinieri della Stazione di Ispica ad occuparsi delle indagini. Effettuano ininterrottamente i rilievi del caso, dalle diciotto di giovedì scorso, nella casa rurale di contrada Cavafico, sulla Ispica – Pachino, dove, dopo cinque ore di disperate ricerche dalla scomparsa di Scapellato, i genitori hanno scovato nello scantinato il figlio in fin di vita, riverso a terra in una pozza di sangue che sgorgava dalla ferita sul capo.
I militari, inoltre, hanno impiegato le successive ore ad interrogare decine di persone nel tentativo di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Attendono ora che le condizioni di salute di Scapellato migliorino per potere sentire la sua versione dei fatti e venire finalmente a capo dell’intricata vicenda, tracciando magari un identikit dell’aggressore.
La notizia dell’aggressione a Scapellato lascia sgomenti i cittadini ispicesi, reduci già dall’“omicidio della casa sulla scogliera”. Il polacco Wogdan Wieslaw Drewniak è stato trovato morto nei primi giorni di giugno in una villa sulla costa di Marina Marza per avere cercato di impedire, pare, un tentativo di furto o di rapina.
Anche le forze politiche intervengono, proponendo una riunione urgente del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. «Tutto questo si verifica – denuncia Gianni Stornello segretario del Pd – mentre la stazione dei Carabinieri di Ispica non può garantire il controllo del territorio per le gravissime carenze di organico: sono in forza alla stazione solo cinque carabinieri sugli undici previsti. Se consideriamo i turni, le licenze, i servizi burocratici non c’è praticamente controllo del territorio. Occorre una riunione urgente del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza con all’ordine del giorno il completamento dell’organico della locale stazione dei Carabinieri».
EVA BRUGALETTA