Scompare un circolo didattico, ma l’intitolazione rimane all’istituto comprensivo che lo assorbe. Pare assurdo, ma quest’ultimo, l’“Einaudi”, si chiamerà “Padre Pio da Pietrelcina”.
Gli effetti del decreto emanato dalla Regione sul dimensionamento scolastico riguardano la fusione dell’istituto comprensivo “Einaudi” e del circolo didattico “Padre Pio”. Quest’ultimo è destinato a scomparire come previsto dalla Legge che contempla la chiusura dei circoli didattici. La nuova scuola si chiamerà però “Istituto comprensivo Padre Pio da Pietralcina”.
La Regione, quindi, ha acconsentito alla permanenza di un nome religioso e attribuito di recente, a discapito di un’intitolazione storica, laica e dedicata ad uno dei padri della Repubblica.
Cancellare l’intitolazione “Einaudi”, nei fatti, è come sopprimere il primo istituto fondato nel secondo dopoguerra: una scuola prima comunale e, poi, divenuta statale nel 1954.
Il preside Diego Ciranda non ci sta. Senza mezzi termini condanna quella che si configura come una forzatura o forse un abuso: «La Legge prevede la scomparsa dei circoli didattici e il nuovo istituto comprensivo assume il nome del circolo scomparso e non dell’istituto comprensivo più antico della città».
Sulla querelle dell’“Einaudi” è inoltre intervenuto l’ex preside Giovanni Moltisanti, spiegando che bisogna «salvaguardare un pezzo di storia dell’istruzione della provincia, in quanto l’“Einaudi” è stata la prima scuola dei dodici comuni iblei a dare vita alla sperimentazione musicale. E una delle prime ad iniziare la sperimentazione linguistica e l’informatizzazione dei documenti».
In realtà, è il piano del dimensionamento scolastico a fare acqua da tutte le parti, generando caos e gli effetti collaterali che si sono verificati ad Ispica. Il preside Ciranda, infatti, è soprattutto critico sul dimensionamento deliberato dalla Regione: «Il piano – dice – non esaudisce le esigenze del territorio. E, di fatto, ha decretato la morte dell’Einaudi. La prossima volta non escluso possa toccare all’istituto comprensivo “da Vinci”: potrebbe perdere l’autonomia e trovarsi senza dirigente e segretario, con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe».
EVA BRUGALETTA