Sono sette in tutto le «menzogne» che i rappresentanti del Pid smentiscono. Indicano in un documento, numerandole, le «bugie» dette ai loro danni, dopo aver lasciato la maggioranza. Non accettano passivamente l’attacco subito degli ex colleghi del centrodestra e affidano ad una nota la loro versione dei fatti. «La fretta gioca brutti scherzi – scrivono – e il sindaco Piero Rustico, volendo risponderci subito, scivola, confermando invece quanto sosteniamo».
Il Pid precisa che «il consigliere comunale Paolo Monaca ha sostenuto la coalizione di centrodestra, alle passate elezioni, in quanto candidato in una lista (Udc) a sostegno del primo cittadino. Risulta banale che sia stato accusato di essere rappresentante di un partito, il Pid, nato ad Ispica dopo le amministrative», come se fosse figlio di un dio minore. «Monaca, infatti, è entrato in consiglio comunale quando il primo degli eletti dell’Udc, Gianni Tringali, preferì la carica di vicesindaco a quella di consigliere».
Nessun regalo, quindi, è stato fatto al Pid. Anzi, «c’è chi ha scelto la carica di assessore, abbandonando quella elettiva. Dimenticando che la carica di vicesindaco è spettata all’Udc grazie ai voti Monaca: le preferenze dell’Udc risultarono superiori a quelli dei Popolari liberali e il merito fu dei numeri ottenuti dal consigliere. È bene inoltre precisare che – puntualizzano – il sindaco è stato invece eletto grazie alla strategia politica attuata dall’onorevole Innocenzo Leontini».
Il Pid smentisce poi che Monaca fosse un assente ingiustificato in consiglio comunale. «Gli atti del consiglio – precisano – sono pubblicati online sul sito del Comune. È quindi riscontrabile la presenza del consigliere, nel 2010, 15 volte su 16 sedute. Nel 2011, 12 volte su 16, mentre nell’anno in corso tre volte su tre».
I Popolari, inoltre, delle loro iniziative «hanno sempre informato prima gli uffici dell’amministrazione e, successivamente, la stampa», smentendo il fatto di affidare agli organi di informazioni notizie facili da strumentalizzare.
Contro il Pid, infine, «la menzogna più grande è stata quella sulla richiesta di un posto in giunta», dando in pasto alla stampa un modo per screditarli.
«Tutti sanno – concludono i Popolari – quanto il sindaco sia poco democratico: la richiesta di una riunione di maggioranza, sebbene accolta, non ha avuto infatti seguito. E noi continueremo ad esser critici e costruttivi nel solo interesse della cosa pubblica».
EVA BRUGALETTA