I Popolari Italia Domani (Pid) si tirano fuori dalla coalizione di centrodestra che governa la città. Il consigliere comunale Paolo Monaca, sbatte la porta in faccia, in primis, al sindaco Piero Rustico e, insieme con il suo partito, danno un calcio agli alleati, dopo averne ricevuti a decine. Sono tutti rei, ad avviso del Pid, di avere dato per scontato la lealtà dei popolari, trattandoli come nulla contassero in maggioranza. E ciò si verifica dopo l’infuocata e ultima riunione del Consiglio comunale che ha fatto registrare quella che è stata letta come l’ufficiosa defezione dalla lista Rustico sindaco dei consiglieri comunali Titta Genovese e Salvatore Spatola, pur rimanendo in maggioranza. Mentre il collega Meluccio Fidelio è, già, da diverso tempo, tesserato nel Popolo delle Libertà. E, nel frattempo, il capogruppo del Pdl, Massimo Dibenedetto, ha detto no alla carica di assessore, per non soccombere al dictat impostogli dal primo cittadino, che lo vuole fuori dal consiglio comunale, prima di nominarlo componente della Giunta municipale. Senza contare che la legge è dalla parte di Dibenedetto: su quattro assessori, due possono ricoprire il ruolo di consigliere e assessore contemporaneamente. Insomma, la maggioranza è esplosa.
I rappresentanti del Pid, invece, mollano gli alleati, affidando le motivazioni della scelta ad un documento firmato dal segretario Carmelo Pisana e dal vice Carmelo Cannizzaro.
I rappresentanti del Pid hanno ritenuto «la trasparenza un innegoziabile principio e dal luglio 2011 hanno iniziato una legittima azione di controllo su atti amministrativi inerenti alla gestione di beni pubblici. La lettura di queste iniziative non è stata vista come un’ordinaria azione politica, ma ha suscitato clamore come se si trattasse di questioni intoccabili o di un personale affronto. A fine agosto 2011 – aggiungono – il consigliere Monaca si è astenuto nel votare l’approvazione del bilancio di previsione, in quanto registrava circa 300 mila euro impiegati in feste, inaugurazioni e iniziative d’intrattenimento. E, contestualmente, l’aumento del dieci per cento della Tarsu e l’aumento del 25 per cento delle tariffe per l’uso delle aree sportive comunali. Il 28 ottobre 2011 – rincarano la dose – durante il consiglio comunale, abbiamo subito un atto di censura: una nostra interpellanza non è stata inserita nei lavori del consiglio comunale. Il 9 marzo scorso – aggiungono – con una nota indirizzata al sindaco, agli assessori, ai consiglieri di maggioranza e all’onorevole Innocenzo Leontini (Pdl), abbiamo chiesto un incontro urgente per verificare se sussistessero ancora le ragioni per condividere un percorso amministrativo comune: l’incontro è stato rinviato a data da destinarsi. Tali atteggiamenti – concludono – poco appartengono alla nostra visione democratica delle attività politiche ed amministrative. Per questi motivi, ci riteniamo fuori dalla maggioranza, iniziando un nuovo percorso esclusivamente rivolto a risolvere i problemi della comunità».
I Popolari Italia Domani (Pid) si tirano fuori dalla coalizione di centrodestra che governa la città. Il consigliere comunale Paolo Monaca, sbatte la porta in faccia, in primis, al sindaco Piero Rustico e, insieme con il suo partito, danno un calcio agli alleati, dopo averne ricevuti a decine. Sono tutti rei, ad avviso del Pid, di avere dato per scontato la lealtà dei popolari, trattandoli come nulla contassero in maggioranza. E ciò si verifica dopo l’infuocata e ultima riunione del Consiglio comunale che ha fatto registrare quella che è stata letta come l’ufficiosa defezione dalla lista Rustico sindaco dei consiglieri comunali Titta Genovese e Salvatore Spatola, pur rimanendo in maggioranza. Mentre il collega Meluccio Fidelio è, già, da diverso tempo, tesserato nel Popolo delle Libertà. E, nel frattempo, il capogruppo del Pdl, Massimo Dibenedetto, ha detto no alla carica di assessore, per non soccombere al dictat impostogli dal primo cittadino, che lo vuole fuori dal consiglio comunale, prima di nominarlo componente della Giunta municipale. Senza contare che la legge è dalla parte di Dibenedetto: su quattro assessori, due possono ricoprire il ruolo di consigliere e assessore contemporaneamente. Insomma, la maggioranza è esplosa.
I rappresentanti del Pid, invece, mollano gli alleati, affidando le motivazioni della scelta ad un documento firmato dal segretario Carmelo Pisana e dal vice Carmelo Cannizzaro.
I rappresentanti del Pid hanno ritenuto «la trasparenza un innegoziabile principio e dal luglio 2011 hanno iniziato una legittima azione di controllo su atti amministrativi inerenti alla gestione di beni pubblici. La lettura di queste iniziative non è stata vista come un’ordinaria azione politica, ma ha suscitato clamore come se si trattasse di questioni intoccabili o di un personale affronto. A fine agosto 2011 – aggiungono – il consigliere Monaca si è astenuto nel votare l’approvazione del bilancio di previsione, in quanto registrava circa 300 mila euro impiegati in feste, inaugurazioni e iniziative d’intrattenimento. E, contestualmente, l’aumento del dieci per cento della Tarsu e l’aumento del 25 per cento delle tariffe per l’uso delle aree sportive comunali. Il 28 ottobre 2011 – rincarano la dose – durante il consiglio comunale, abbiamo subito un atto di censura: una nostra interpellanza non è stata inserita nei lavori del consiglio comunale. Il 9 marzo scorso – aggiungono – con una nota indirizzata al sindaco, agli assessori, ai consiglieri di maggioranza e all’onorevole Innocenzo Leontini (Pdl), abbiamo chiesto un incontro urgente per verificare se sussistessero ancora le ragioni per condividere un percorso amministrativo comune: l’incontro è stato rinviato a data da destinarsi. Tali atteggiamenti – concludono – poco appartengono alla nostra visione democratica delle attività politiche ed amministrative. Per questi motivi, ci riteniamo fuori dalla maggioranza, iniziando un nuovo percorso esclusivamente rivolto a risolvere i problemi della comunità».
EVA BRUGALETTA