«Il sindaco si dimetta»: il Partito democratico vuole “la testa” del primo cittadino, chiedendo all’amministrazione comunale un gesto di rispetto verso i cittadini. La pretesa giunge il giorno dopo di un consiglio comunale disastroso, dove i personalismi e i rancori politici hanno prevalso sul ruolo istituzionale che dovrebbero esercitare i consiglieri comunali.
«A questo spettacolo da basso impero aggiungiamo la drammatica situazione finanziaria, con dipendenti e fornitori non pagati, lo sviluppo economico di Ispica al tracollo, le opere pubbliche limitate al “capolavoro” della piazza, il territorio massacrato da erosione costiera, discariche abusive, mancata manutenzione delle aree archeologiche. Ci chiediamo cos’altro debba accadere perché debba dimettersi l’amministrazione. Passino la mano nell’interesse di una città che deve essere governata e non occupata e sfruttata»: giunge senz’appello il giudizio del segretario cittadino del Pd, Gianni Stornello, dopo la seduta consiliare di martedì scorso. Un’assemblea nella quale i consiglieri di maggioranza, Titta Genovese e Salvatore Spatola, si sono dichiarati all’opposizione e Giovanni Lauretta indipendente, il Pid ha annunciato il ritiro della fiducia al sindaco, i Popolari liberali hanno polemizzato con il primo cittadino, il Conto consuntivo è stato approvato con una maggioranza strettissima e grazie ad alcuni allontanamenti dall’aula.
Anche i consiglieri democratici Pierenzo Muraglie e Giuseppe Roccuzzo sono convinti che «l’ultimo consiglio comunale segni la fine di un’esperienza amministrativa che si fondava su compromessi al ribasso sulla testa di Ispica. La situazione finanziaria – aggiungono – determinata da sette anni di spese tanto folli quanto inutili ed improduttive è una questione che lancia il Comune verso il dissesto finanziario con effetti catastrofici su un tessuto sociale già compromesso. Ora – concludono – occorre aprire una nuova fase che inizia dalle elezioni».
EVA BRUGALETTA