Eva Brugaletta –
I cittadini moderano i consumi delle risorse, poiché «per le famiglie ispicesi», soprattutto l’uso dell’acqua «è diventato un lusso». Sembra d’esser stati catapultati indietro nel tempo, quando lavarsi, pulire e fare il bucato erano un fatto straordinario. Considerati i costi dell’acqua, gli elettrodomestici, per centinaia di famiglie economicamente disagiate, sono usati come appoggio per le suppellettili. Oppure utilizzabili solo, per i cittadini più fortunati, dopo le 19, quando i consumi d’energia elettrica si pagano leggermente meno, compensando un minimo i costi salatissimi dell’acqua. Già, sono centinaia le massaie che fanno il bucato il sabato, riducendo ad un giorno soltanto il consumo della preziosa risorsa idrica, sfruttando il risparmio sul consumo elettrico, usufruendo della tariffa ridotta nel fine settimana. Dedicando, poi, la domenica a stirare, sempre appoggiandosi alla riduzione del costo dell’energia elettrica in quella giornata.
I cittadini devono fare ogni giorno i conti col fatto che, ad Ispica, «le tasse hanno raggiunto il massimo storico, subendo l’aumento a livelli stratosferici del canone idrico e fognario». E quella «dell’aumento delle imposte è la sola politica che conosce la giunta municipale».
Il sindaco Piero Rustico, peraltro, «non si è assunto responsabilità per gli altissimi livelli raggiunti dalla tassazione». Dal suo punto di vista, «le colpe sono tutte del Consiglio comunale che, prima, ha votato il dissesto e, poi, non l’ha annullato e dell’ufficio Tributi, che ha proposto il recente aumento del canone idrico. Peccato che sia lui ad amministrare ormai quasi da un decennio, sperperando denaro pubblico e aumentando il debito alla mostruosa cifra di 28 milioni di euro, così come accertato dai Commissari straordinari per la liquidazione. Vero è anche che i debiti non sono tutti colpa di Rustico, ma è altrettanto vero che non è negando il dissesto finanziario comunale, come fa il primo cittadino, che le casse dell’ente si riempiono di denaro». Il virgolettato è riferito al duro l’attacco sferrato dai rappresentati del Movimento cinque stelle, che esigono, addirittura, che «gli amministratori si assumano la responsabilità erariale dei danni arrecati agli ispicesi». Insomma, che paghino di tasca loro.
Indietro non si può tornare, così i pentastellati suggeriscono agli amministratori «un cambio immediato di strategia, in primis, elaborando un piano di recupero economico costituito dall’installazione ed dall’attivazione dei “contatori” per il servizio idrico. Poi, riorganizzando la raccolta dei rifiuti solidi urbani, impiegando personale comunale per diminuire i costi che comporta l’impegno contrattuale con una ditta esterna, approfittando dell’importante fatto che il contratto stipulato sta per scadere. Ed infine, che si potenzi la raccolta differenziata e si massimizzino gli introiti che ne derivano».