Svela i segreti che si celano dietro all’efferato delitto della baronessa di Carini la ricercatrice Mirella Agnello, intellettuale ispicese, che dipanerà l’intricata matassa dell’ormai riconosciuto “Giallo di Carini”.
La professoressa Agnello supera il concetto dell’amara storia della nobile palermitana assassinata, poiché la baronessa non è stata “semplicemente” uccisa per “recuperare” l’onore, ma è stata strappata alla vita, con l’aggravante della crudeltà, per una mera e vile questione d’interesse privato.
Il caso della baronessa di Carini non è quindi la storia di una sciagurata, ma si configura come il primo eclatante femminicidio nella lunga storia di abusi e soprusi che hanno afflitto le donne, vittime innocenti di presunti delitti d’onore, che, la maggior parte delle volte, mascheravano intrighi politici, interessi economici e spartizioni di “misere” nobiltà.
Corrado Calvo, presidente dell’associazione “Cultura e dintorni”, ha affidato, non a caso, a Mirella Agnello il “Giallo di Carini”.
La ricercatrice, dopo approfonditi studi sulla vicenda, svelerà i misteri di una sordida storia di avidità e di interesse, mascherata dall’adulterio di una donna inconsapevole e innocente, barbaramente uccisa con l’attenuante del delitto d’onore. L’obiettivo sarà quello di ristabilire una verità storica, (prima volutamente taciuta, poi dolosamente distorta), e restituire giustizia alla baronessa di Carini, donna non semplicemente sfortunata, ma vittima di un efferato crimine compiuto da uomini senza scrupoli.
Il “Giallo di Carini”, a cura di Mirella Agnello e coordinato da Corrado Calvo, sarà argomento discusso alle 18 e 30 di venerdì, 14 novembre, nella sala Cartia di Palazzo comunale.