Eva Brugaletta –
Il sindaco Piero Rustico fa ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il Consiglio comunale, nel tentativo di annullare la presa d’atto del dissesto finanziario del Comune. La procedura costerà circa 6 mila euro, denaro di cui le casse pubbliche non dispongono.
La Giunta municipale, quindi, ha autorizzato il primo cittadino a proporre ricorso avanti al Tar al fine d’annullare la delibera consiliare numero 41 del 27 aprile scorso, che ha sancito l’approvazione del dissesto, evidenziando che «appare palesemente illegittima nella forma e nella sostanza». Da ciò è scaturita la nomina del professor Agatino Cariola, proveniente da Catania, quale legale del Comune a proporzionare il ricorso al Tar.
Nelle premesse della delibera adottata dalla Giunta, è inoltre sottolineato che, «nella conclusione della relazione, il collegio dei Revisori dei conti ha rilevato che «alternativamente alle procedure di risanamento previste dall’articolo 243/bis e 244 del Tuel, potrebbe giungersi, in applicazione dell’articolo 193 del Tuel ed usufruendo delle provvidenze di cui al decreto legge numero 35/2013 per l’indebitamento pregresso, al pronto ripristino dell’equilibrio finanziario non raggiunto nell’esercizio 2012 attraverso l’autonoma determinazione da parte del Consiglio comunale di aumentare le aliquote e le tariffe delle entrate proprie tali da riproporzionarli alle spese correnti».
Marco Santoro, coordinatore del movimento Sviluppo e solidarietà, prova a spiegare quello che si sta verificando nelle ultime ore, denunciando che, «sulla dichiarazione di dissesto del Comune, in questi giorni, è in atto un’impressionante montatura da parte del sindaco Rustico, il quale preferisce spendere i soldi dei cittadini per ricorre al Tar, contro un altro organo del Comune, che s’è limitato a prendere atto del causato dissesto, senza avere alternative».
Santoro si domanda «un decreto legge, varato in extremis dal Governo nazionale, lo sblocca enti, poteva essere utilizzato per superare la sentenza della Corte dei Conti che imponeva al Comune il riconoscimento del dissesto?». Poi, «la sola relazione del Collegio dei revisori dei conti era sufficiente a impedire la presa d’atto del dissesto contro l’ordine della Corte dei Conti e del Prefetto? Allora, perché il sindaco non si è avvalso dei poteri che gli attribuisce la legge e non ha proceduto a predisporre con una delibera di Giunta gli atti finanziari propedeutici per il Consiglio comunale?».
Secondo il coordinatore di Ses, «la Giunta presieduta dal sindaco non ha proceduto ad elaborare nessuna proposta di deliberazione da sottoporre all’esame del Consiglio comunale, non portando atti amministrativi concreto. Un buon sindaco nonché assessore al bilancio – sottolinea – anziché versare lacrime di coccodrillo con il ricorso al Tar, doveva predisporre, già per il Consiglio del 27 aprile scorso, il conto consuntivo 2012 e il bilancio di previsione 2013, in uno agli atti del dissesto intimati dal Prefetto. Ha preferito, invece, in comunella con il presidente del Consiglio comunale, Peppe Quarrella, e con i consiglieri – assessori Patrizia Lorefice e Cesare Pellegrino lasciare all’ordine del giorno del Consiglio solo la diffida del Prefetto per la presa d’atto del dissesto, ordinato dalla Corte dei Conti, senza un precedente deliberato di Giunta. Perché – si domanda e conclude Santoro – solo ora il sindaco, con il silenzio del presidente Quarrella, convoca la Giunta, che lo autorizza a ricorrere al Tar, contro la delibera di dissesto adottata dal Consiglio, con un impegno di spesa di circa 6 mila euro? Perché questa ultima stravaganza deve essere pagata coi soldi dei cittadini?».
Il sindaco Rustico si è invece espresso, dichiarando che «ha avuto più volte l’occasione di affermare che la deliberazione del Consiglio comunale con la quale è stato dichiarato il dissesto del Comune è solo frutto dell’irresponsabilità dei consiglieri comunali che l’hanno votata solo per tornaconto politico e personale e non certo per la sussistenza degli indefettibili presupposti voluti dalla legge».