Servizio di Eva Brugaletta –
«Papà, se io vivo è solo grazie a te, al tuo istinto di padre e di uomo buono, lo ricorderò per sempre e non ti dimenticheremo mai»: sono le parole pronunciate da Valerio prima di dare l’ultimo saluto al padre, Pino Rosa, 51 anni, che ha sacrificato se stesso per strappare alla morte il figlio minore. Al funerale del padre non poteva mancare. Le fratture plurime ai quali i medici dell’ospedale Maggiore di Modica porranno rimedio intervenendo chirurgicamente, un intervento che è stato rimando per consentire a Valerio d’esser presente ai funerali del padre, seppur adagiato sula sedia a rotelle, bardato dai sostegni in gesso e dolorante.
La basilica di Santa Maria Maggiore era gremita di gente. Due ali di folla circondavano la bara di Pino Rosa, ricoperta da fiori, dalla sua amata divisa rossa bandistica e dai piatti che suonava durante le feste religiose, molto sentite ad Ispica. Proprio della basilica Santa Maria Maggiore l’investitore di Pino Rosa, F.M., 32 anni, rimasto illeso nonostante l’impatto, era il tutto fare.
L’estremo saluto a Pino Rosa è stato dato nel tempio che ospita Cristo alla Colonna al quale era estremamente devoto. La banda Citta di Ispica, mentre il feretro lasciava la basilica, gli ha infatti dedicato la marcia funebre che accompagna il “suo amato” flagellato, il giovedì Santo. Don Davide Baglieri, che ha celebrato la messa funebre, nella breve omelia ha invitato i familiari di Pino Rosa al perdono. «Il perdono – ha detto – è importante per scoprire l’amore di Dio. Il perdono è la chiave di lettura per capire il senso della nostra vita. Parlando inoltre dell’inspiegabilità di una simile tragedia che ha distrutto in pochi secondi una famiglia».