Il presidente del Circolo territoriale del Nuovo Centrodestra di Ispica, nonché componente della Commissione Permanente di Monitoraggio per il ripascimento della zona costiera, Mariagiovanna Gradanti, è intervenuta oggi con una nota in risposta al recente comunicato stampa del gruppo intercircoli di Legambiente Ispica-Modica-Ragusa, in cui è stato pesantemente attaccato l’assessore ai Lavori Pubblici in quota NCD Paolo Mozzicato.
“L’hanno definito beffardamente ‘Signor Mozzicato’, omettendone la carica ed i titoli professionali; ma chi ‘signore’ lo è davvero non può considerarla un’offesa – esordisce Gradanti nel suo documento – Ebbene, Paolo Mozzicato, che è professionista stimato e persona equilibrata, è sempre stato disponibile al confronto ed al dialogo, ma l’evidenza di questi giorni è che, quando si viene offesi, diffamati e derisi, c’è davvero poco su cui confrontarsi.
D’altronde, un confronto sarebbe stato impossibile – continua Gradanti – dal momento che la dottoressa Carpanzano, presidente del Circolo Legambiente ‘Sikelion’ di Ispica, non è mai stata presente alle riunioni della Commissione cui mi onoro di far parte insieme a tanti cittadini e residenti delle zone costiere realmente interessati alle sorti delle nostre spiagge.
I toni grevi ed offensivi del documento di Legambiente, alternati a vacuo didascalismo, sembrerebbero finalizzati a ‘chiedere rispetto’ all’Assessore, che nondimeno ha solo risposto a tono alle pesanti accuse lanciate dalla presidente in una recente intervista. In realtà, assumono carattere grottesco, finanche per un neofita dell’argomento, gli aspetti pseudo-tecnici citati a supporto delle tesi ambientaliste: aspettare la perdita di vite umane per classificare un sito a rischio e pericolosità R4 (mi chiedo: quale maggiore pericolo per l’incolumità, di una litoranea che continua a crollare in mare?), la disquisizione aberrante su PAI, Piano Paesaggistico ed il fatidico articolo 36 che, secondo loro, non consentirebbe in alcun modo di fronteggiare l’erosione con manufatti adeguati, come si fa ovunque nel mondo, e il migliore di tutti, l’ingrassaggio del carotiere (e non della ‘carota usata per i prelievi’, come si legge nel comunicato) che contamina i campioni di sabbia, sono argomenti imbarazzanti per gli standard e la reputazione nazionale di Legambiente.
Inoltre, mi sembra assai disdicevole il lancio velenoso di sospetti su presunte ambiguità, associato alle frasi ingiuriose e diffamatorie rivolte ad un assessore che, oltre a ricoprire il ruolo istituzionale, è anche professionista geologo, finalizzate solo a recriminare di essersi occupati dell’erosione già da prima del 2000. Aggiungiamo anche che alcuni di loro avrebbero avuto l’opportunità di incidere concretamente, avendo fatto parte in passato di squadre amministrative; evidentemente, però, si sono occupati del problema in maniera così ‘soft’ ed ‘ecocompatibile’ che hanno lasciato che il mare divorasse persino l’asfalto!
L’intero discutibile ed astioso documento, però, lascia aperta e senza risposta l’unica vera domanda: dov’era Legambiente?
Dov’era Legambiente quando, tre anni fa, il progetto era al vaglio di tutti gli organi preposti al rilascio dei nullaosta? Dov’era quando il progetto veniva pubblicato per consentire agli interessati ed alle associazioni ambientaliste di presentare osservazioni ed opposizioni, prima di ottenere la definitiva approvazione e diventare esecutivo?
Legambiente non c’era; o se c’era, dormiva. Perché la strenua lotta ad un progetto approvato ed esecutivo, i cui lavori del primo stralcio saranno appaltati a breve dopo un estenuante iter burocratico durato anni, non è semplicemente anacronistica e dannosa, ma chiaramente fondata sul terreno della competizione politica, che ha ben poco da spartire con la scienza e la salvaguardia ambientale”.
Dott.ssa Mariagiovanna Gradanti