Eva Brugaletta
Sale a dieci il numero dei consiglieri comunali che avanzano la proposta di sfiducia al sindaco Piero Rustico, interrompendone anticipatamente il mandato elettorale. Da ieri, risulta ufficialmente agli atti anche il documento firmato da Giovanni Lauretta. Il consigliere indipendente (gruppo misto) «s’impegna a sottoscrivere la convocazione della massima assemblea cittadina, nei termini previsti dallo Statuto comunale e dalla legge, per discutere e deliberare la mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino».
La proposta di sfiducia depositata da Lauretta, sicuramente la più intellettualmente onesta dopo quella dei colleghi consiglieri Pierenzo Muragliee Giuseppe Roccuzzo i primi ad avanzare la richiesta, segue quella del Partito democratico, di Libertà e Buon governo (Salvuccio Rustico e Biagio Solarino) e di Cantiere popolare (Meluccio Fidelio, Titta Genovese, Paolo Monaca, Carmelo Padova e Salvatore Spatola).
Lauretta ha deciso di intervenire per interrompere il mandato del sindaco Rustico perché «convinto che il perdurare dell’attuale situazione di stasi causi irreparabili danni all’economia, allo sviluppo e all’immagine della comunità».
«Sin dall’avvio di questa consiliatura – rivela Lauretta – l’atteggiamento del sindaco ha lasciato trasparire quale sarebbe stato il suo rapporto con il Consiglio comunale e con alcuni consiglieri. Già dalle prime riunioni di maggioranza, infatti, si evidenziava una stizzita ritrosia del primo cittadino a prendere in considerazione le proposte di quei consiglieri che chiedevano una maggiore oculatezza nella gestione economico – finanziaria dell’ente e di porre al centro dell’azione amministrativa il programma elettorale presentato alla città. Più volte negli anni 2010 e 2011 – rende noto il consigliere – è stata ignorata la richiesta d’amministrare con parsimonia, di chiudere le collaborazioni onerose, di ridurre ogni spesa superflua, di non finanziare manifestazioni effimere, di non alimentare feste ed eventi di scarsa utilità per la collettività ispicese. Pur manifestando, di volta in volta, buoni propositi – racconta ancora Lauretta –il sindaco, nei fatti, non ha favorito un clima di collegialità, di trasparenza e di austerità che, in città, avrebbe certamente riscosso ampi consensi e sicuramente avrebbe rafforzato la coalizione di maggioranza. Il sindaco ha perseguito invece la teoria del “divide et impera” che ha alimentato dissapori e divergenze che si sono tradotti, nel corso del 2012, in una progressiva presa di distanze dall’amministrazione da parte dei consiglieri comunali ed assessori. Chi amministra – conclude Lauretta – deve assumere l’impegno etico e morale nei riguardi dei cittadini di condurre la propria azione di governo secondo i criteri di buon andamento, economicità, efficienza, imparzialità e trasparenza».
A questo punto, si attende la proposta di sfiducia dei consiglieri Mario Santoro e Concetto Sessa (Sviluppo e Solidarietà) che, lo scorso ottobre, ha lasciato la maggioranza.