Eva Brugaletta-
Ha tagliato il nastro Angelino Alfano, ministro dell’Interno, riaprendo ieri i battenti di Palazzo Bruno di Belmonte, storica sede del Comune, però, già inaugurata circa 40anni fa e non ancora, oggi, completamente fruibile dopo dieci anni di lavori di ristrutturazione e di consolidamento. Sono stati solo allestiti gli uffici che, in molti, hanno definito «fortino della casta». Sono state quindi occupate poche stanze, come ad esempio quella adibita ad ufficio Segreteria generale e poche altre. Ciò significa che il trasloco è ancora in corso nonostante il taglio del nastro, con i relativi disagi per i cittadini.
Dopo i lavori di consolidamento (definiti «imponenti») e di restauro, Palazzo Bruno è stato restituito ai legittimi proprietari, i cittadini, ma, a quanto pare, è realmente “abitato” per il momento dai soli noti, pochi “eletti”.
È viva la soddisfazione del sindaco Piero Rustico per la sede municipale inaugurata da Alfano, compiaciuto quantomeno per questo obiettivo raggiunto, dopo l’insuccesso elettorale europeo, che ha visto oltre modo perdente il Nuovo centro destra ad Ispica.
I lavori effettuati a Palazzo Bruno sono stati frutto dei finanziamenti del Dipartimento regionale protezione Civile, dell’assessorato regionale ai Beni culturali e del Comune. «È giunto il momento per cui tanto si è lavorato – ha dichiarato il sindaco Piero Rustico – la riapertura di Palazzo Bruno è un importante risultato raggiunto, non solo mio, personale e dell’amministrazione, ma dell’intera città che dieci anni fa si è ritrovata “ferita” nel cuore delle sue memorie. Il mio pensiero torna inevitabilmente al giorno del mio primo insediamento nel ruolo di sindaco, il 24 maggio del 2005. Ricordo bene qual era la situazione del Palazzo, “ingabbiato”, e non solo fisicamente, con delle impalcature di un restauro arenatosi nei meandri di una procedura di sequestro che di fatto non ne consentiva la prosecuzione dei lavori. L’impegno dell’amministrazione è stato costante e determinante nello sbloccare quella situazione. Il recupero del finanziamento e la ripresa delle opere d’intervento strutturale ed estetico sono stati una prima vittoria della città ma soprattutto della sovranità della legge sull’illegalità. Il ritorno degli uffici comunali nel Palazzo più importante del nostro Comune, che degnamente lo rappresenta, sarà la meritata ricompensa per una città che tanto ha atteso e sperato».
Ha fatto bene il sindaco Rustico a ricordare in modo accorato che per colpa dell’illegalità i cittadini hanno pagato per dieci anni l’affitto esorbitante dei locali di palazzo Quartarone – Gradanti, che ha ospitato per tutto questo tempo gli uffici comunali. E sarebbe stato anche il caso che il primo cittadino avesse approfittato dell’occasione per domandare al ministro degli Interni Alfano il motivo per cui i commissari straordinari da egli nominati per affrontare il dissesto finanziario che affligge il Comune non pagano i creditori dell’ente dopo un anno dal loro insediamento.