Seppur sotto l’effetto dei sedativi, Alessandro Scapellato ha risposto alle domande postegli dai carabinieri della Compagnia di Modica che lo hanno interrogato nel pomeriggio di venerdì scorso, raggiungendolo all’ospedale Cannizzaro di Catania dove si trova ricoverato. Anche se parziali e ancora tutte da verificare, pare che il ragazzo abbia fornito indicazioni utili sull’aggressione subita giovedì scorso, che si configurerebbe come tentato omicidio. Nulla è trapelato sull’interrogatorio, il tenente Gianluca Muscatello preferisce mantenere il massimo riserbo sulle indagini, ma sembra davvero che siano stati due i malviventi che abbiano tentato di strangolare Scapellato, procurandogli una ferita lacero contusa al cranio, abrasioni ed ecchimosi sulle braccia e segni di percosse su tutto il corpo, abbandonandolo in fin di vita nello scantinato della casa di proprietà, in contrada Cavafilo, sulla strada Ispica – Pachino, dove lo hanno trovato i genitori riverso a terra in un lago di sangue.
Forse, in forza dei suoi 23 anni, Alessandro ha provato semplicemente e incoscientemente a difendersi, in modo probabile dopo averli sorpresi a rubare o a nascondere qualcosa.
È trapelato che Scapellato avesse buoni motivi per recarsi nell’abitazione di campagna. Questo, quindi, fa presuppore che abbia colto in flagranza di reato i suoi aggressori e abbia reagito, avendo la peggio. Ma i carabinieri non escludono ancora altre piste. Sono troppe le cose che non tornano e i riscontri che effettueranno nelle prossime ore saranno determinanti per luce sull’intricata vicenda.