Ormai è ufficiale. L’ex sindaco Giovanni Giuca ci riprova: ad ottobre si candiderà nuovamente alle Regionali, questa volta nella lista di Sinistra Ecologia e Libertà. Appresa la notizia, gli abbiamo rivolto qualche domanda per capire meglio cosa lo spinge a ritentare e quali sono i punti cardine del programma che intende realizzare se riuscirà a varcare la soglia di Palazzo dei Normanni?
Avvocato Giuca, come mai Sel, dopo la sua militanza nel Pd?
“Ho scelto Sel per due ragioni. Perché non ho condiviso la decisione del Partito Democratico di allearsi con Raffaele Lombardo, e perché nel gruppo dirigente del Pd siracusano non c’è spazio per i non siracusani. Sel è un piccolo partito, che però offre l’opportunità di essere presente sulla scena politica anche a chi non è «ortodosso», come io non lo sono mai stato. Dunque penso di dare il mio apporto per tentare di raggiungere questo traguardo”.
Cosa significherebbe vincere?
Vincere significherebbe cercare di imprimere una svolta alla Regione Siciliana. Da quando c’è l’elezione diretta dei sindaci e dei governatori, mentre per i primi cittadini il cambiamento è stato evidente un po’ in tutti i Comuni, penso alla Primavera di Palermo con Orlando che ora è tornato, ad Enzo Bianco a Catania, a Fatuzzo a Siracusa, alla mia stessa esperienza a Rosolini, ecc…, per quanto riguarda la Regione siamo rimasti impigliati al meccanismo del clientelismo bieco.Fra Cuffaro e Lombardo non è cambiato nulla, l’unico risultato positivo che il Pd è riuscito ad ottenere nella collaborazione con Lombardo, è stata questa legge per l’elezione diretta del sindaco che scollega le sorti dei primi cittadini rispetto a quella dei consiglieri comunali, poi nelle aziende sanitarie il Governatore ha piazzato come birilli tutti i suoi uomini, in ogni società partecipata idem, ed anche il sottogoverno è stato gestito da persone di sua fiducia.
Ma la cosa scandalosa è che in un momento di crisi come questo, si è continuato con le consulenze, con gli esperti, insomma con le elargizioni di prebende, in barba alle vere esigenze dei siciliani. La gente è arrabbiata e ha ragione, è profondamente ingiusto che i danari che ciascuno di noi versa alla Regione siano sperperati.
A suo avviso, in Sicilia una svolta è possibile?
Per me sì. Spero che il centrosinistra si ricompatti e credo che la vittoria di Orlando a Palermo ci darà un grande aiuto, perché all’interno del Pd l’ala filo lombardiana è stata sonoramente sconfitta arrivando ad un misero 7%.
Nel capoluogo siciliano Sel ha fatto l’errore di seguire il Pd in maniera acritica sol perché si erano fatte le primarie che rappresentano uno strumento serio di democrazia partecipata solo se sono libere e non inquinate come purtroppo è avvenuto a Palermo. Non v’è dubbio, infatti, che se si fossero svolte all’insegna della trasparenza, avrebbe stravinto Rita Borsellino.
Si sa che nella Provincia aretusea, il primato lo detengono i siracusani…
Nella nostra Provincia da oltre trent’anni nel centrosinistra non è mai stato eletto nessuno che non facesse parte del cerchio magico siracusano perché la politica del divide et impera ha sempre pagato. Ci sono i rais siracusani che raggiungono cento voti a Rosolini, centocinquanta a Pachino, trecento ad Avola e così riescono ogni volta ad essere eletti. Ma qual è stato l’apporto dato ai Comuni? Zero. Qual è stato l’apporto dato alla Zona Sud? Zero.Se non ci fosse stata una politica di programmazione portata avanti in rete durante la stagione dei sindaci, non avremmo ottenuto nessun risultato in termini di sviluppo. Nel decennio in cui ci sono stati Giovanni Giuca a Rosolini, Raffaele Leone a Noto, Salvatore Giansiracusa prima e Albino Di Giovanni poi ad Avola, Mauro Adamo a Pachino, si riuscì a pianificare un’azione coordinata grazie a cui abbiamo captato i fondi Por e Pit, cambiando il volto delle nostre città.
Qual è il “sogno” che vorrebbe realizzare, se dovesse essere eletto?
Se hai fatto il sindaco, quest’habitus mentale te lo porti per tutta la vita, passi dalla politica come teorizzazione alla politica applicata a risolvere i problemi della gente. La mia aspirazione, se avrò l’opportunità di concorrere e di essere eletto, è quella di agire come una sorta di deputato coordinatore dei sindaci sia di destra che di sinistra, per consentire di intercettare i fondi europei e rilanciare l’attività di artigiani, imprenditori, finanziare le opere pubbliche, migliorare le città. Forse sarà un vecchio sogno, ma ho l’ambizione di coltivarlo fino in fondo…. questo è il mio intento, non certo il bisogno di affermare il mio ego o di vivere di politica.
E il caposaldo del suo programma?
Nel 2008 ho condotto la campagna elettorale dicendo che era, ed è tutt’ora, uno scandalo il fatto che un deputato regionale tra indennità, soldi per il portaborse, per il gruppo parlamentare, trasferte, ecc… all’incirca porta a casa 24 mila euro al mese. Io proponevo e oggi torno a proporre il dimezzamento dell’indennità, e comunque si tratterebbe sempre di cifre elevate, superiori persino ai livelli medi dei compensi percepiti dai deputati tedeschi. Mi rendo conto che la casta difficilmente può rinunciare a tali prebende, tanto è vero che nessuno ha alzato la voce tranne Barbagallo del Pd, poi gli altri sono rimasti muti come pesci. Se sarò eletto e l’indennità non dovesse essere dimezzata, metà della mia la devolverò per i lavoratori di utilità collettiva di Rosolini e dei vari Comuni, in proporzione al consenso ottenuto, collaborando con le amministrazioni, siano esse di centrodestra o di centrosinistra.
Quello dei Luc è un meccanismo che funziona, l’abbiamo sperimentato a Rosolini, dove è stata data a tanta gente l’opportunità di lavorare, svolgendo un servizio fondamentale e cioè la pulizia della città.Sono contento che i principi che hanno sempre ispirato il mio gruppo, ora stanno conquistando la ribalta nazionale con Beppe Grillo. Ho assistito con grande piacere alla vittoria del Movimento Cinque Stelle, perché la casta attuale probabilmente spaventata dalla possibilità che Grillo vinca le politiche, magari potrebbe decidersi a modificare la legge elettorale nazionale che è uno scandalo, e perché si tratta di un movimento che ripropone comportamenti che, come dicevo prima, il mio gruppo ha sempre assunto.
Quando i grillini affermano «organizziamo la campagna elettorale coi nostri soldi», con noi sfondano una porta aperta, visto che manteniamo da vent’anni anni una sede, promuoviamo iniziative politiche e campagne elettorali solo ed esclusivamente con le nostre risorse”.
Intervista a cura di Cecilia Galizia