Le novità applicate dal prof. Giuseppe Barbagallo, direttore della Clinica Neurochirurgica Universitaria dell’A.O.U. Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania, nel trattamento delle neoplasie cerebrali, in particolare l’uso della TAC intraoperatoria combinata con la fluorescenza con 5-ALA – acido 5-aminolevulinico-, conquistano la copertina della prestigiosa rivista americana “Neurosurgery”.
Il prof. Barbagallo, insieme alla sua équipe è impegnato da anni in complessi ed innovativi interventi chirurgici che abbinano tecniche di microchirurgia all’utilizzo integrato di diverse metodiche tecnologiche avanzatissime, quali la TAC intraoperatoria, la fluorescenza con 5-ALA per il riconoscimento al microscopio del tessuto tumorale, che appare di un colore diverso rispetto al tessuto cerebrale sano, facilitandone così l’individuazione, l’asportazione e il risparmio di parti di cervello sane, la stimolazione elettrica corticale e sottocorticale, la trattografia intraoperatoria importata sul neuronavigatore, per riconoscere mentre si opera dove si trovano i fasci di fibre nervose più importanti, e da ultimo l’ecografia navigata intraoperatoria. Al momento il policlinico di Catania è l’unica struttura in Italia ad avere sia la TAC che l’ecografia navigata intraoperatoria, tecniche applicate ad interventi chirurgici sul cervello. Il prof. Barbagallo, già allievo del professore Vincenzo Albanese, è titolare di una Fellowship in Neuro-Oncologia e di una in Chirurgia Spinale conseguite in Inghilterra, è stato anche il primo neurochirurgo in Sicilia ad adottare la tecnica della cosiddetta “Awake Surgery”, “chirurgia a paziente completamente sveglio”. Una particolare forma di intervento che permette all’operatore di interagire durante tutto l’intervento con il paziente ottenendo così importanti feedback per procedere. «Mediante la metodica della multimodalità -spiega il direttore della Clinica Neurochirurgica etnea- si pone il neurochirurgo nelle condizioni di “vedere”, passo dopo passo, cosa vi sia al livello microscopico lungo la via seguita per asportare una neoplasia, e quali funzioni nervose si potrebbero ledere aggredendo con il bisturi questa o quell’altra porzione di tessuto cerebrale.
I risultati sorprendenti e, soprattutto, importantissimi sono che nei pazienti affetti da neoplasie l’utilizzo della TAC intraoperatoria, della fluorescenza, della trattografia e della stimolazione elettrica del cervello per il mappaggio delle aree cerebrali eloquenti può aumentare in modo estremamente significativo -afferma- la percentuale di resezione dei tumori che infiltrano il cervello, riducendo in modo altrettanto significativo il rischio di creare deficit neurologici postoperatori. Queste tecniche -sottolinea- permettono di verificare costantemente, mediante le tecniche di mappaggio cerebrale corticale e sottocorticale, che il chirurgo non stia danneggiando aree del cervello funzionalmente “eloquenti”, quelle che controllano la parola ed i movimenti degli arti». Per quanto concerne la TAC intra-operatoria, la Clinica Neurochirurgica è l’unica in Sicilia, ed una delle pochissime in Italia, dotata di un apparecchio portatile per la TAC che viene utilizzato durante gli interventi sull’encefalo. L’uso di tale TAC intra-operatoria, unitamente alle altre metodiche indicate dal prof. Barbagallo, ha contribuito in modo notevolmente significativo al raggiungimento di percentuali di resezione dei tumori cerebrali superiore al 98%, anche per quelli maligni. Tutte tecniche che aiutano i pazienti anche nella fase del trattamento con terapie adiuvanti, quali la chemioterapia e la radioterapia. Ma nella Clinica Neurochirurgica del Policlinico di Catania viene praticata con successo anche la Chirurgia Spinale, compresa la mini-Invasiva Percutanea per le fratture e i tumori vertebrali. Un’eccellenza, quella della Clinica Neurochirurgica del Policlinico di Catania, aperta ai bisogni di tutto il territorio regionale, al fine di garantire ai pazienti la migliore qualità di vita possibile.
Valentina Maci Odg 153453