La sentenza del tribunale amministrativo arriva dopo quella della Corte Costituzionale, emessa lo scorso luglio
Pachino, 21 maggio 2015- Il TAR di Catania annulla l’istituzione della riserva dei Pantani della Sicilia Sud Orientale con la sentenza n. 01382/2015, depositata martedì 19 maggio e mette fine al dibattito al riguardo. In particolare, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che accoglieva il ricorso del Consorzio Pomodoro di Pachino Igp, adesso giunge una nuova conferma del mancato coinvolgimento del territorio, e dunque degli attori in esso esistenti, nel processo di costituzione delle riserve, come di ogni atto che modifica l’identità e la fruibilità del territorio, garantito dalla Costituzione. In particolare il ricorso del Consorzio si fondava su due punti: il divieto di impiantare nuove serre e la generale incompatibilità tra i mezzi di coltivazione tradizionale e l’istituzione della riserva, che richiede invece solo coltivazioni di tipo biologico; la riserva avrebbe avuto un’estensione di oltre 1400 ettari, ricadenti in gran parte all’interno dei 1800 ettari riconosciuti territorio vocato per la produzione del pomodoro di Pachino Igp, mettendola a rischio.
“Con la sentenza depositata il 19 maggio- spiega Giuseppe Gambuzza, legale del Consorzio che ha condotto la causa nelle sedi opportune- abbiamo chiuso la prima pagina di questa incredibile storia tutta siciliana. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale 212 del 2014 che ha dichiarato la illegittimità costituzionale delle norme regionali in materia di Parchi e Riserve, eravamo fiduciosi su un esito positivo del giudizio. Con la sentenza di ieri il TAR ha annullato il decreto di istituzione della riserva dei Pantani della Sicilia Sud Orientale. Una sentenza che fa giustizia del sacrosanto diritto delle popolazioni locali e, in particolare, dei produttori agricoli, di partecipare alle fase propedeutica alla individuazione delle aree da sottoporre a vincolo facendo valere anche gli interessi economici”.
“La coltivazione del pomodoro in serra nel nostro comprensorio costituisce la fonte di lavoro e di reddito per circa 5 mila addetti – spiega il Presidente del Consorzio Sebastiano Fortunato-ed il volume complessivo di affari del comparto può essere stimato in oltre 300 milioni di euro annui; per questo il Consorzio è molto attento a promuovere azioni di valorizzazione e tutela del territorio, che siano compatibili con le attività economiche che vi insistono. L’operazione ‘riserve’ ha rappresentato per la Regione e per tutti gli attori territoriali interessati un investimento di risorse, energie e tempo. Riteniamo che queste sarebbero state meglio utilizzate se invece fossero state destinate altrove ”.
“Dev’essere chiaro che il Consorzio non è contro l’ambiente, anzi tutt’altro- aggiunge il Direttore del Consorzio, Salvatore Chiaramida-. E lo dimostra il recente partnenariato siglato con il Circolo Sciare e Muciare di Legambiente. Questo non vuol dire però che si possano accettare delle imposizioni calate dall’alto senza tenere conto dei legittimi interessi degli operatori locali”.
Santina Giannone
Responsabile della Comunicazione