Giovedì 10 Ottobre il Popolo de I Forconi era al casello di Cassibile sull’autostrada Siracusa – Gela.
Molti non hanno capito il senso di questa protesta. In tanti hanno detto che ci sono battaglie ben più importanti da fare. Certo quel casello è pericoloso, è vero i due agenti della scorta del Presidente Crocetta hanno rischiato di morirvi, ma queste cose capitano agli altri, anche se dovesse capitare a me… Il siciliano è addestrato da anni a non lamentarsi, ad accettare di tutto, persino Crocetta non si è lamentato.
Ecco quel casello è l’emblema della Sicilia. L’emblema di una terra abituata a sentirsi figliastra, abituata a non chiedere niente, annichilita da anni di menzogne, ingiuste accuse, sempre additata come la terra che più di altre in Italia riceve.
Ed ecco che spunta un manipolo di Siciliani, che va lì e dice “Questo casello va demolito, noi non aspetteremo che ci scappi il morto”. E dimostra in tal modo che non tutti i Siciliani sono assopiti da quella litania che è sulle labbra di tutti “ ma niautri chi putissimu fari ! “
Eppure c’è sempre qualcosa che si può fare. In questo caso la nostra protesta ha fatto sì che qualcuno si sia mosso, e abbia chiesto una verifica del sito. Vi sembra poco? E se l’adeguamento salverà la vita anche di una sola persona, sarà sempre poco? Noi ne saremo orgogliosi.
Il Siciliano dovrebbe volersi più bene, noi non siamo figli di un dio minore, eppure le nostre “autostrade”, le nostre ferrovie, i nostri ospedali, le nostre scuole, nulla hanno a che vedere con quelle del nord-Italia. E sapete perché? Perché noi non ci lamentiamo! E’ scritto “bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato…”
Impariamo a pretendere ciò che ci spetta, torniamo a pretendere di vivere dignitosamente del nostro lavoro. Non è semplice, ma neanche subire è semplice.
Si può fare qualcosa? Certo, basta volerlo.
Il casello di Cassibile è l’emblema della Sicilia
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