Palermo 13/03/2015
“Il ciclo dei rifiuti in Sicilia non deve funzionare perché c’è chi deve lucrarci e chi deve costruirci consenso elettorale clientelare, come dimostra la bomba a orologeria degli ATO con almeno 800 milioni di euro di debiti insoluti. Il tutto, ovviamente, a spese della salute della cittadini e delle loro tasche”.
E’ lapidario il giudizio sulle dinamiche della gestione dei rifiuti in Sicilia dei deputati nazionali e regionali di Camera ed Ars su cui si sono accesi in questi giorni i fari delle commissione ispettiva bicamerale sulle ecomafie, che ha incontrato la commissione ispettiva sulle autorizzazioni delle discariche private predisposta per volontà dell’ex assessore regionale Niccolò Marino.
“Le relazioni delle commissioni ispettive predisposte dall’allora Assessore Niccolò Marino sugli iter autorizzativi e le tariffe delle cinque discariche private in Sicilia – dice Claudia Mannino, componente della commissione Ambiente della Camera – certificano la completa illegittimità amministrativa e il mancato rispetto di fondamentali normative ambientali. Dalla combine smascherata dalla Giustizia amministrativa per la costruzione dei 4 inceneritori, ad oggi nulla sembra cambiato”.
“Le relazioni della commissione di indagine – continua la parlamentare – dovrebbero essere rese pubbliche perché tutti i cittadini siano a conoscenza dei disastri ambientali che le sistematiche violazioni di legge hanno determinato. Sollecitiamo le Autorità giudiziarie, già informate dei fatti, ad accertare le responsabilità penale sia della vicenda degli inceneritori che di questi “anomali” iter amministrativi, potrebbero esserci preoccupanti punti di contatto. Noi nell’ambito della nostra funzione di controllo politico-parlamentare abbiamo inoltrato formale denuncia alla Commissione Europea per la persistente e strutturale violazione delle normative europee in tema di discariche, autorizzazioni e valutazioni di impatto ambientale”.
Le dichiarazioni dell’ex assessore Marino – dice il presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino – fotografano una realtà che ormai è più che tangibile. Il sistema dei rifiuti in Sicilia è strutturato per vivere di emergenza. E’ un disordine organizzato con la chiara finalità di eludere il sistema normativo. L’ulteriore conferma di siffatta drammatica condizione è la totale assenza di programmazione: nel momento in cui parliamo non esiste un piano regionale dei rifiuti, non v’è traccia di un modello gestionale nemmeno nel documento di programmazione economica, esitato pochi giorni fa ed aleggia una confusione estremamente preoccupante sulla nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020. A questo punto, sembra plausibile affermare: niente è casuale”.