Anni di violenze, vessazioni e denigrazioni sono emersi qualche giorno fa dal racconto di una donna che ha deciso finalmente di rompere il muro del silenzio attraverso il quale nascondeva una vita familiare regolare. È accaduto a Giarratana, dove i Carabinieri della locale Stazione hanno ricevuto la vittima dei maltrattamenti in famiglia e l’hanno guidata in un processo di presa di coscienza degli abusi subiti e volontà di allontanarsi da una situazione di annichilimento da cui da sola non sarebbe mai uscita.
Aiutata anche da un’assistente sociale e da una mediatrice culturale la donna 29enne nigeriana, madre di una bambina ha trovato il coraggio di denunciare il marito, un 25enne connazionale, con qualche precedente di polizia.
Grazie all’importante raccolta di informazioni e di testimonianze i militari della Stazione di Giarratana sono quindi riusciti a costruire un articolato quadro indiziario nei confronti dell’uomo per cui hanno richiesto un’urgente misura cautelare. La risposta del Tribunale di Ragusa non ha tardato ad arrivare e nel giro di pochi giorni il GIP ha emesso un’ordinanza di allontanamento dalla casa familiare che i militari hanno eseguito nella giornata di giovedì.
Questo caso è l’esempio virtuoso di come le varie istituzioni devono trattare i cosiddetti “codici rossi” lavorando in sinergia, aiutando concretamente e proteggendo i cittadini che si rivolgono ad esse.