PALERMO –“Sono molte le perplessità sull’annunciata riforma delle banche di Credito cooperativo da parte del governo Renzi. Oggi sono tanti gli interrogativi che si pongono piccoli e medi imprenditori di Pachino, Portopalo, Rosolini e Noto, per i rapporti tra la nuova “Spa” che subentrerà alle Bcc con il territorio”. Ad affermarlo è il deputato all’Ars, on. Pippo Gennuso, preoccupato per questa rivoluzione del sistema bancario. “ Per quasi un secolo – afferma il parlamentare regionale – la Banca di credito cooperativo di Pachino, che in questi ultimi anni ha assorbito pure la BccAretusea di Siracusa, è stata un punto di riferimento per piccole aziende, imprese familiari e per i produttori agricoli di quasi tutto il sud est della provincia. Le Bcc che non hanno la possibilità di trasformarsi in Spa con 200 milioni di euro di capitale, rischiano di essere risucchiate dai grandi colossi, generando così, grandi incertezze da parte di coloro che hanno ottenuto credito dalle ex Casse rurali. Il rischio che si perda il contatto con il territorio è fortissimo ed un immediato rientro dei fidi potrebbe portare centinaia e centinaia di aziende della zona al fallimento. La mia – aggiunge Gennuso – non è una difesa ad oltranza delle banche locali, anche perché non si è sempre operato con la massima oculatezza, ma temo che i grandi colossi italiani, non conoscendo il territorio, né le persone, potrebbero chiudere i cordoni della borsa, provocando un vero e proprio terremoto economico. E’ anche vero – conclude il deputato – che qui non vogliamo avere casi come Banca Etruria o Banca Marche che hanno truffato migliaia di risparmiatori, ma un istituto di credito, quale può essere oggi la Bcc di Pachino, dopo più di 90 anni, non può perdere la propria identità”.
On. Giuseppe Gennuso
Palermo, 15 febbraio 2016