PALERMO – “ Non servono le belle parole per abolire l’Imu sui terreni agricoli, ma fatti. Chi l’ha votato ha delle grandi responsabilità nei confronti delle province di Siracusa e Ragusa”. Lo dice il deputato all’Ars, Pippo Gennuso, al termine di una riunione che si è tenuta ieri pomeriggio alla Curia vescovile di Noto, alla presenza del Sottosegretario Giuseppe Castiglione e della senatrice Venerina Padua.
Il vescovo Antonio Staglianò ha voluto parlare chiaro alla politica dopo le lamentele raccolte dagli imprenditori agricoli del Val di Noto, impossibilitati a pagare l’Imu sui terreni agricoli. “ Basta con le lacrime del coccodrillo dei parlamentari del Pd – dice Gennuso – perché tutta la pattuglia dei Democratici siciliana per ordini di scuderia, ha detto sì a questo tributo vessatorio. Su mia richiesta specifica – prosegue Gennuso – i parlamentari Raffaele Fitto e Saverio Romano stanno portando avanti un disegno di legge per abolire l’Imu sui terreni agricoli nelle zone svantaggiate. Ed di queste aree rientrerebbero i territori di Noto, Rosolini, Pachino, Portopalo e Ispica. Se i deputati del Pd siciliani, ma anche esponenti di altre forze politiche presenti in Parlamento vogliono sostenere una sacrosanta battaglia, firmino questo disegno di legge e la smettano di fare passerella. La popolazione del sud est della Sicilia è oramai stanca di queste continue prese in giro della Sinistra. Basti pensare al temporale dell’ultimo giorno del 2014 quando centinaia di aziende agricole subirono danni per l’eccezionale ondata di maltempo. Subito dopo il governo Crocetta promise immediati interventi a sostegno della aziende agricole. Fino ad oggi non è arrivato un solo centesimo. Tornando all’Imu sui terreni agricoli – afferma ancora Gennuso – anche nella riunione di ieri in Curia, è stato ribadito che i piccoli allevatori sono oramai al default dopo il crollo del prezzo del latte. Pochi centesimi d euro al litro che non bastano neppure per recuperare i costi. E il pagamento dell’Imu sarebbe soltanto la mazzata finale per quanti oggi non riescono neppure a sopravvivere”.
Palermo, 18 aprile 2015