Il referendum che invita la cittadinanza ad esprimersi sull’autonomia della frazione Cassibile-Fontane Bianche va celebrato per rispetto della legge ovvero in applicazione della legge regionale 30/2000 e dell’iniziativa politica delle migliaia di persone che lo hanno chiesto, va chiamata alle urne l’intera cittadinanza siracusana che ha interesse qualificato a dire se la frazione vada eretta a Comune oppure no e rappresenta un’opportunità per mettere in luce le tante, gravi dimenticanze dell’Amministrazione cittadina nei confronti di questa porzione di territorio, che viceversa non manifesterebbe ancora oggi la propria volontà referendaria. Per queste ragioni, anziché soffocare le istituzioni decentrate, il Sindaco dovrebbe dare ad esse autonomia gestionale e finanziaria e metterle nelle condizioni di intervenire direttamente sui propri problemi. Ci riferiamo – per fare alcuni esempi concreti – alle strade dissestate di contrada Palazzo o alla mancanza di adeguati servizi turistici a Fontane Bianche. In questo senso, la stagione referendaria rappresenterà un’opportunità per restituire centralità nel dibattito cittadino ad una periferia abbandonata dall’attuale Amministrazione cittadina. Il Sindaco non si nasconda dietro le risorse finanziarie necessarie per indire il referendum perché lui stesso aveva messo in bilancio una posta per elezioni che non si sarebbero mai svolte giusto per accantonare soldi utili chissà a quali altri scopi”. Con queste parole, Cetty Vinci, consigliere comunale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale e Alessandro Spadaro, portavoce provinciale del movimento, intervengono nel dibattito in corso sul referendum per l’autonomia di Cassibile – Fontane Bianche, scoppiato dopo che la Regione ha ripreso l’iter del provvedimento che si era fermato dopo la sentenza con cui gli organi di giustizia avevano dato ragione al Comune di Siracusa proprio sul fatto che il referendum andava svolto ma chiamando alle urne l’intera popolazione interessata e non solo i residenti di Cassibile. Più in generale, il movimento affronta poi la questione dei quartieri cittadini. “Il primo cittadino sta prendendo sui quartieri una cantonata, viaggiando nella direzione di un soffocamento della libertà di espressione e partecipazione democratica dei cittadini in nome di una non meglio comprensibile spending review, quando ci sono molti sprechi di altro tipo cui l’Amministrazione dovrebbe guardare. Non è mai stato lungimirante mettere la museruola al dissenso, quanto piuttosto comprenderne le ragioni e intervenire per risolvere i problemi della gente. Proprio per questo non condividiamo la drastica soppressione di tutti i quartieri cittadini voluta dall’Amministrazione”, conclude Michele Mangiafico.