Ho voluto raccontare una vicenda ambientata in un medioevo vago e grottesco rappresentato non da cavalieri, dame e valori cortesi, ma da tempi bui e ridicoli. Volevo che tutto si trasformasse in una fotografia sul presente, sulla nostra società.
“Alla Furca” è la confessione di un piccolo potente, un leone di carta che si pente e allo stesso tempo si autoassolve. L’impianto visivo, traslato dal medioevo al contemporaneo, mette in scena la confessione di un pentito, compiuta dentro l’aula di un tribunale. Volevo che il dialetto siciliano diventasse lingua di scena, fondendosi con la musica (di Flavio Riva). Una musica che parte da rumori di catene, da suoni sgangherati di ferraglia. Non volevo che al centro della scena ci fosse un narratore ma una voce solista, un personaggio (interpretato da Salvatore Tringali), simbolo dell’avidità del potere. (dalle note di regia).
“Mangia e bevi!”, mi dicono: “E sii contento di averne”. Ma come posso io mangiare e bere, quando
quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e manca a chi ha sete il mio bicchiere d’acqua? Eppure mangio e bevo.(B.Brecht)
Rispetto a quanto annunciato lo spettacolo ALLA FURCA andrà in scena per due giorni consecutivi, il 22 e 23 marzo, alle ore 20.00 e alle ore 21.30.
Grazie e buon lavoro.
L’Ufficio Stampa
Vincenzo Rosana