In settimana ha chiuso con gli alleati le liste delle cinque Civiche che dovranno trascinarlo verso la fascia tricolore di sindaco di Pachino. Inizia a crederci, Alfredo Spiraglia, imprenditore – manager che una delle città più disastrate della provincia di Siracusa può tornare a pulsare. Lui non ha bisogno né di pupi, né di pupari per fare politica, perché un quarto di secolo fa, ancora giovanissimo, è stato pure consigliere comunale, con Nino Preziosi sindaco. E’ ben strutturato politicamente, anche se negli ultimi anni ha preferito stare lontano da personaggi che con la loro spregiudicatezza hanno dato una stangata alla credibilità di Pachino. Resta una città in agonia, ma può ancora risollevarsi dagli assalti alla ‘diligenza’ consumati negli anni.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco di Pachino?
“Sembrerà strano ma è accaduto due anni fa, nel 2018. Era da qualche anno che non andavo d’estate a Marzameni. Per più di 30 anni è stato il luogo della mia giovinezza, della spensieratezza con i miei amici, il borgo del ritrovo. Quando ho visto che il luogo che tutto il mondo ci invidia era diventato una casbah, ho capito che con i miei 55 anni, era arrivato il momento di spendersi per Pachino”.
E cosa ha fatto?
“Ne ho parlato con i miei amici di una vita. Mi hanno spinto a mettermi in gioco, a metterci la faccia per rifondare, una città che nel frattempo era finita sotto la gogna mediatica per lo scioglimento del consiglio comunale per mafia”.
Ma quanta mafia c’è a Pachino?
“Pachino non è stata mai una città a vocazione mafiosa. Ha subito tra fine degli Anni ’80 e gli inizi del ’90, infiltrazioni di criminalità organizzata ‘straniera’. Ma quello è un capitolo morto e sepolto. Oggi può esserci qualche sacca di piccola criminalità, spesse volte dovuta ad un disagio sociale che la politica non ha mai affrontato con serietà ed impegno. Credo anche che il sindaco uscente non abbia mai avuto a che fare con la criminalità organizzata e lo scioglimento del consiglio comunale è stato un provvedimento che dovrà ancora essere dimostrato. Che ci siano state delle leggerezze amministrative è un conto, ma la mafia è tutt’altra cosa”.
La parola d’ordine che lei ha lanciato ai suoi alleati è legalità e trasparenza…
“Ho chiesto ai miei amici di inserire nelle liste persone pulite, lontane dal malaffare, trasparenti. Ho intenzione di presentarle qualche giorno prima dell’ uscita ufficiale al Prefetto di Siracusa per farle esaminare. Al mio fianco soltanto persone perbene che corrono soltanto con l’obiettivo di servire i pachinesi e la città”.
Ma in quale area politica si colloca?
“Nel civismo. Siamo una coalizione che non ha colori ed è aperta alla società civile, agli uomini e alle donne libere ed indipendenti. Insomma siamo la ‘Città in Movimenti’. Le ultime elezioni amministrative in provincia di Siracusa hanno emesso un verdetto chiaro. I cittadini dei partiti tradizionali non vogliono sentirne parlare. E non sono casi isolati che a Floridia ed Augusta hanno vinto i sindaci sostenuti da liste civiche. E lo stesso avverrà a Pachino”.
Qual è il messaggio che lancia ai suoi concittadini?
“Abbiamo già da tempo iniziato la stesura del programma, ma vogliamo condividerlo con tutti i pachinesi. Dal prossimo 11 febbraio al Comitato elettorale riceveremo uomini e donne per il loro contributo di idee, per fare un programma a misura del cittadino e non per gli interessi della politica. Dobbiamo avere un cronoprogramma condiviso”.